Fare gruppo per ridurre i costi della bolletta. Si può

Un sistema di acquisto dell’energia sviluppato da un gruppo di attivisti permette oggi a circa l’11 per cento degli americani di amministrare localmente i ricavi netti della vendita dell’elettricità e di ridurre le tariffe

di MIT Technology Review Italia

A metà degli anni 1990, un piccolo gruppo di ambientalisti del Massachusetts si chiesero cosa sarebbe successo se i cittadini avessero potuto scegliere da chi acquistare energia più pulita e a basso costo. Il loro progetto divenne una proposta legislativa che dopo un primo fallimento nel 1995 riuscì a imporsi nel 1997.

Oggi, la Community Choice Aggregation (CCA), nota anche come aggregazione municipale, è utilizzata da circa 36 milioni di persone negli Stati Uniti, ovvero l’11% della popolazione. Si tratta di un programma che consente agli enti locali di procurarsi energia per conto dei propri residenti, aziende e conti municipali da un venditore di loro scelta, pur utilizzando il proprio fornitore di servizi di pubblica utilità esistente per i servizi di trasmissione e distribuzione. 

Queste entità, di solito le amministrazioni locali, aggregano il potere d’acquisto dei singoli clienti per assicurarsi contratti di fornitura di energia di grandi dimensioni che consentono sia un maggiore controllo del loro mix energetico (cioè un portafoglio di generazione “più verde” con più energia proveniente da generatori di energia rinnovabile) sia minori costi tariffari per i clienti.

Come riportato da “MIT News”, iI residenti locali acquistano collettivamente energia con determinate specifiche allegate e oltre 1.800 comunità hanno adottato la CCA in sei stati, con altri che testano programmi pilota. In un articolo che apparirà online rivista “Energy Research and Social Scienc”, il professore del MIT David Hsu dice che “questa storia testimonia la forza della democrazia quando un’idea che viene dal basso si trasforma in qualcosa di grande”. 

L’aggregazione dei consumatori per l’acquisto di energia non era comunque una novità negli anni 1990. Le aziende di molti settori avevano unito le forze per ottenere maggiore potere d’acquisto per l’energia. Tuttavia, è il modello del Massachusetts che è stato ampiamente adottato: le città in autonomia possono richiedere l’acquisto di energia, per esempio, da fonti rinnovabili, i finanziamenti statali vengono destinati al miglioramento dell’efficienza a livello locale e i cittadini hanno l’ultima parola sul sitema di energia che vogliono scegliere.

Modelli di CCA sono stati adottati in California, Illinois, New Jersey, New York e Ohio. Nel frattempo, Maryland, New Hampshire e Virginia hanno recentemente approvato una legislazione simile. Come ha fatto una proposta così innovatrice ad avere successo?

In primo luogo, ritiene Hsu, un processo legislativo somiglia a quello che il teorico politico John Kingdon ha definito un “quadro a più flussi”, in cui “molti elementi del processo decisionale sono separati”. La legislazione non è interamente controllata da grandi donatori o altri gruppi di interesse e chi intravvede un’alternativa politica praticabile può trovarsi di fronte a finestre di opportunità imprevedibili.

In secondo luogo, continua Hsu, è importante trovare alleati. Nel caso di CCA, ciò è avvenuto in diversi modi. Molte città del New England e in particolare del Massachusetts hanno una legislatura a livello cittadino nota come Town Meeting, una forma assembleare di governo democratico diretto. Gli attivisti hanno convinto questi organismi in circa 20 città ad approvare risoluzioni non vincolanti a favore della scelta comunitaria.  Le alte tariffe dell’elettricità stavano interessando tutta la penisola di Cape Cod in quel momento, quindi la scelta veniva incontro agli interessi delle fasce lavoratrici e popolari.  

Un ultimo elemento nel passaggio alla CCA è stata la scelta dei tempi. Nel Massachusetts anche a livello politico si stava cercando un modo per ristrutturare la fornitura di elettricità e allentare la presa dei servizi pubblici; la CCA si è inserita come parte di questo più ampio movimento di riforma che ha avuto uno sviluppo graduale, raggiungendo circa un terzo delle città del Massachusetts negli ultimi cinque anni.

La crescita della CCA non significa che il successo della democrazia diretta sia invulnerabile ai tentativi di tornare alla situazione precedente da parte delle aziende dei servizi pubblici: “In California, per esempio, la situazione è molto conflittuale”, osserva Hsu. Tuttavia, è incontestabile che un gruppo di attivisti sia riuscito a dar vita a un movimento nazionale di politica energetica, a testimonianza del fatto che la spinta democratica dal basso può fare la differenza.

(rp)

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