Gli ambientalisti stanno perdendo la guerra contro il gas naturale

Nonostante una recente vittoria, i gruppi ambientalisti non stanno riuscendo a rallentare il boom delle nuove centrali a gas naturale.

di Richard Martin

Nel tardo giugno, quando il gruppo che proponeva la costruzione di una centrale a gas naturale da 600 megawatt nei pressi di Avenal ha annunciato che avrebbe abbandonato il progetto, i gruppi ambientalisti hanno segnato una importante vittoria in California. Con un costo che avrebbe dovuto sfiorare i $2 miliardi, la centrale di Avenal è stata oggetto di controversie e dispute legali lunghe un decennio. Lo scorso anno, un appello alla corte federale aveva ufficialmente lasciato all’opinione degli ambientalisti il destino del progetto.

Per il Sierra Club e gli altri gruppi che stanno lottando contro la costruzione di nuove centrali a combustibili fossili negli Stati Uniti, la cancellazione del progetto ad Avenal indicherebbe che le tattiche adottate contro l’industria del carbone, i cui progetti sono ormai fermi da un anno, possono essere adottate anche alla crescente industria del gas naturale. Queste vittorie non sono però all’ordine del giorno. A circa 275 miglia da Avenal, a Carlsbad, un progetto di pari ambizione è stato approvato a maggio dalla Public Utilities Commission dello stato.

Il Carlsbad Energy Center, un impianto da 500 megawatt su cinque unità, è pensato per sopperire alla capacità produttiva che è andata persa a seguito della chiusura, nel 2013, della San Onofre Nuclear Generation Station, e dell’imminente pensionamento della Encina Generating Station, sempre a Carlsbad.

In molti casi, impianti del genere sono più economici da costruire e operare nel lungo periodo rispetto a forme alternative di produzione dell’energia. Secondo la Energy Information Administration, il costo dell’energia lungo l’arco di vita delle convenzionali centrali a gas naturale che entreranno in funzione nel 2020 è di $75.20 per megawatt-ora. Per le convenzionali centrali a carbone, il costo è di $95.10, contro i $125.30 del solare. Solamente l’eolico sulla terraferma, con i suoi $73.60 per megawatt-ora, risulta più economico del gas naturale.

Stando ai dati raccolti dalla Energy Information Administration, dal 2010 ad oggi, considerando anche i quasi 7,000 megawatt dal gennaio 2014, nei soli Stati Uniti sarebbero stati aggiunti oltre 25,000 megawatt di capacità produttiva tramite centrali a gas naturale – pari a più di 50 centrali delle dimensioni dell’impianto di Carlsbad e in grado di sostenere milioni di abitazioni e attività commerciali. Grazie alle eonomiche ed abbondanti scorte domestiche, altri 53,000 megawatt di capacità dovrebbero entrare in funzione fra il 2015 e il 2020.

Nel frattempo, sempre secondo l’EIA, oltre 25,000 megawatt di capacità produttiva con centrali a carbone dovrebbero essere rimosse fra il 2015 e il 2023. Il gas naturale ammonta ora al 27 percento della capacità produttiva degli Stai Uniti, mentre il carbone ammonta al 39 percento e le rinnovabili, solare ed eolico incluso, ammontano al 13 percento.

I dirigenti delle compagnie elettriche sostengono che le centrali a gas naturale siano fondamentali per l’integrazione di una crescente quantità di fonti rinnovabili alla rete elettrica. Molti degli impianti previsti, come il Carlsbad Energy Center, sono costituiti da turbine ad avviamento rapido in grado di arrivare al massimo regime in pochi minuti anziché ore. Progettati come impianti da picco, operano su richiesta per sopperire ai vuoti nella fornitura, spesso causati dall’intermittenza di fonti rinnovabili quali eolico e solare.

Stando alla EIA, il maggiore uso di gas naturale sarebbe uno dei motivi per cui le emissioni complessive di gas naturale negli Stati Uniti nel 2013 sono state inferiori di 212 milioni di tonnellate rispetto al 2005 (vedi “King Natural Gas“). Il passaggio da carbone e petrolio sarebbe responsabile per quasi un terzo di queste riduzioni. Il gas naturale, bruciando, emette all’incirca il 51 percento dell’anidride carbonica rispetto al carbone; sulla base di questo dato, teoricamente, se quei 25,000 megawatt che vengono generati dalle centrali a carbone destinate ad essere spente nel giro dei prossimi otto anni verranno sostituiti dal gas naturale, intorno a 82 milioni di tonnellate di anidride carboniche potrebbero essere rimosse dal conteggio annuale.

Nel mondo reale, ovviamente, le cose non sono tanto semplici; gli oppositori sottolineano come le emissioni associate alla produzione, al trasporto e alla combustione di gas naturale, incluse le perdite di metano dai pozzi, siano più vicine a quelle del carbone. Ciononostante, stati e regolatori federali, oltre alle corti del paese, si sono dimostrati più propensi all’adozione del gas naturale. A meno che il prezzo del gas non impenni drasticamente, i dirigenti delle centrali elettriche continueranno ad approvare questi progetti.

(MO)

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