FireSpy

I dati per proteggerci dagli incendi arrivano dallo spazio

Si chiama FireSpy ed è la soluzione ideata da tre giovanissimi italiani premiata all’hackathon locale di Roma della competizione promossa a livello globale dalla NASA in collaborazione con altre agenzie spaziali internazionali.

Fare innovazione è qualcosa di estremamente entusiasmante, oltre che necessario. In tutto il mondo aziende e organizzazioni investono ingenti risorse in ricerca per sviluppare nuovi prodotti e servizi.

Secondo il WIPO Global Innovation Index 2023, la spesa mondiale per R&S da parte delle aziende che spendono di più ha raggiunto i 1.100 miliardi di dollari nel 2022, un massimo storico, e il rapporto tra spesa in R&S e il fatturato è in linea con il 2021 e a livello pre-pandemico, il che significa che le aziende sono sempre più attente alla ricerca e allo sviluppo di innovazione.

Da alcuni anni si è diffuso in maniera importante un ulteriore mezzo per fare innovazione. Una sorta di “innovazione dal basso”, al centro della quale vi è la creatività degli appassionati, che si sfidano per rispondere a sfide di innovazione in un contesto fatto sia di cooperazione sia di competizione (quella che è stata definita “coopetition”).

Uno di questi format è l’hackathon, una maratona tecnologica in cui i protagonisti sono i giovani e la loro creatività.

Da uno di questi hackathon è nata FireSpy, una soluzione in grado di monitorare il territorio e di avviare un processo di alert e suggerimenti per aiutare i cittadini in caso di incendio. A realizzarla un team di tre ragazzi di Frosinone che hanno partecipato all’edizione di Roma della NASA Space Apps Challenge, la competizione che NASA, assieme ad altre agenzie spaziali internazionali (tra cui, per la prima volta nell’edizione 2023, l’Agenzia Spaziale Italiana), propone dal 2012 in tutto il mondo e che quest’anno ha raggiunto un record eccezionale con la partecipazione di ben 58 mila persone negli hackathon locali che si sono svolti in 152 Paesi.

A Roma, una delle tre edizioni italiane della competizione (assieme a Cagliari e Torino, in cui si sono svolti altrettanti hackathon per l’edizione 2023 di NASA Space Apps Challenge), lo scorso 7 e 8 ottobre si sono “affrontati” 85 partecipanti di ogni età e ad aggiudicarsi il primo premio, offerto dalla Missione USA in Italia, sono stati Francesco Colasanti, Francesco Massa e Alessandro Aldini, tre giovanissimi (rispettivamente 18, 17 e 16 anni) studenti appassionati di tecnologia.

“Siamo da sempre appassionati di tecnologia – ci racconta Francesco Massa –. Una passione che coltiviamo non solo negli studi (Francesco Massa e Alessandro Aldini frequentano il liceo scientifico di Ceccano, Francesco Colasanti l’ITIS “Alessandro Volta” di Frosinone, ndr), ma anche nella vita, attraverso associazioni che si occupano di queste tematiche”.

E così, durante la due giorni di evento, promosso a Roma dalla Missione USA in Italia con l’organizzazione di MindSharing.Tech (al quale ha partecipato anche Marie Mimiaga, delegata Nasa Space Apps Challenge Global Organizing team), i 3 studenti hanno ideato e prototipato FireSpy.

I ragazzi del team lavorano durante il NASA Space Apps Challenge coadiuvati dai mentor.
MINDSHARING.TECH

“Abbiamo deciso di rispondere alla sfida che riguardava la gestione degli incendi e abbiamo ideato FireSpy. Si tratta di un sistema – spiega Francesco Colasanti – composto da un’app mobile e da strutture fisiche, che grazie ai dati messi a disposizione da NASA attraverso i suoi satelliti e dagli altri partner coinvolti, permette di segnalare incendi, sia di natura dolosa sia di altra natura, di ricevere notifiche in caso di incendio nella zona in cui ci troviamo e di produrre un itinerario di fuga, direttamente in app, per quanti si trovassero nella situazione di dover fuggire da una zona colpita da un incendio”.

La soluzione che abbiamo pensato è anche composta da una serie di stazioni fisiche, che possono essere installate per coprire il territorio da monitorare, equipaggiate con droni che eseguono compiti di monitoraggio, rilevazione e notifica.

“I droni – aggiunge Alessandro Aldini, il più giovane del team – sono potenziati grazie all’intelligenza artificiale, in modo da poter analizzare in maniera puntuale gli eventi che vengono rilevati durante i pattugliamenti e riducendo di molto anche il tempo di risposta per l’invio delle segnalazioni. Anche le basi, che fungono anche da doc di ricarica per i droni, sono equipaggiate con sistemi di rilevazione. Inoltre, anche questi droni sono collegati ai satelliti, che possono coadiuvare l’attività di monitoraggio e localizzazione degli incendi, anche quelli segnalati dagli utenti attraverso l’app”.

A supportare i team nello sviluppo delle loro idee anche mentor esperti provenienti da diversi settori e messi a disposizione da MindSharing.Tech e dai partner dell’iniziativa. Tra questi Federica Paolini, Business Consultant di Opinno Italy. “Il ruolo di noi mentor – racconta Federica – è quello di guida durante lo sviluppo delle idee. Passo dopo passo, aiutiamo i team nella definizione dell’idea, nella progettazione dei prototipi e convalidiamo i progressi raggiunti. Oltre a sostenere le ragazze e i ragazzi fino al momento del pitch, per me, è bello condividere tutti i loro pensieri, che siano di gioia o di timore. Ma la parte più gratificante di essere mentor in un hackathon è riuscire ad instaurare una connessione, un legame con coloro che hanno veramente voglia di innovare e che credono fermamente nell’efficacia positiva della propria idea.”

Al termine della due giorni FireSpy è stata premiata dalla giuria dell’edizione romana di NASA Space Apps Challenge (che per questa edizione ha visto, tra gli altri, anche la presenza di un rappresentante dell’ASI e di Silvia Amato, COO di Opinno Italy) ricevendo un premio in denaro (1.000 euro). Ma non solo.

Premiazione del team FireSpy al NASA Space Apps Challenge a Roma. Da sinistra: Tiziana Candiloro (Public Engagement Specialist – US Embassy in Rome), Aldo Pergjergji (local lead di Nasa Space Apps Challenge Rome e Presidente di MindSharing.tech) e i tre ideatori di FireSpy Alessandro Aldini, Francesco Massa e Francesco Colasanti.
MINDSHARING.TECH

Questi eventi sono anche un’occasione importante di networking, per conoscere e farsi conoscere.

“Abbiamo già avuto contatti per approfondire l’idea – ci conferma Francesco Massa – e abbiamo preparato un business plan e un caso studio su FireSpy. Abbiamo fatto questo lavoro prendendo a esempio un paese nella nostra zona, in cui si trova un bosco di circa 80 ettari e con un costo per utente di circa 4-5 dollari è possibile sviluppare e installare l’intera soluzione a copertura di tutta la popolazione presente. Costo che potrebbe anche essere supportato dall’amministrazione locale per garantire la sicurezza dei propri cittadini e del proprio territorio. Nel caso studio in oggetto abbiamo calcolato una spesa di circa 60 mila euro per avere un sistema che potrebbe evitare danni ben maggiori”.

“Favorire l’incontro di idee e di persone creando una community in grado di diffondere queste idee e di creare opportunità è proprio l’obiettivo principale di eventi come la NASA Space Apps Challenge e di MindSharing.Tech – afferma Aldo Pergjergji, local lead di Nasa Space Apps Challenge Rome e Presidente di MindSharing.tech -. In questo contesto, la nostra sfida va oltre la tecnologia, spingendoci verso un’innovazione sociale che stimoli nei giovani la collaborazione e la voglia di mettersi in primo piano ed anche di intraprendere carriere in percorsi STEM. Vogliamo non solo esplorare le frontiere della scienza e della tecnologia, ma anche aprire porte verso un futuro in cui la creatività e la passione dei giovani siano la forza trainante di una società sempre più orientata all’innovazione e all’intraprendenza. Un ulteriore passo in questa direzione è stato, ad esempio, il premio messo a disposizione da uno dei partner locali, Avio Spa, azienda leader mondiale nello sviluppo di sistemi di propulsione solida e liquida per il trasporto spaziale, che ha premiato i tre team vincitori della competizione romana con una visita nei propri stabilimenti a Colleferro”.

I ragazzi non si fanno scappare queste opportunità, come hanno dimostrato i creatori di FireSpy, nonostante il nostro paese sconti ancora un gap in termini di possibilità di sostenere progetti ad alto impatto d’innovazione.

“Eventi come questo servono a far aumentare la sensibilità su queste tematiche – dice Aldo – per ridurre sempre più questo ritardo che abbiamo”. Certamente non manca il lavoro da fare, soprattutto a livello culturale.

“Non vediamo tanto entusiasmo su questi temi da parte dei nostri compagni – ci raccontano i tre vincitori dell’hackathon di Roma -. Non crediamo sia un problema di sistema scolastico, che fa tanto per dare questo genere di opportunità. Credo che i ragazzi della nostra età siano ancora troppo abituati a pensare in maniera standardizzata: scuola, università, lavoro fisso. Fare impresa o gettarsi in un progetto innovativo, con i rischi e le incognite che queste scelte comportano, sono alternative che non vengono considerate. Ed è un vero peccato”.

Copertina: mockup dell’applicazione FireSpy realizzato dal team durante il NASA Space Apps Challenge

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