I giganti della hi-tech confermano l’intrusione russa nelle elezioni presidenziali USA

È tempo di preparare i popcorn, perché lo spettacolo sta per cominciare.

di Jamie Condliffe

Oggi, Facebook, Google e Twitter hanno testimoniato dinanzi al Congresso. Chiamate da una sottocommissione giudiziaria del Senato ad illustrare la portata della manipolazione attuata da agenti russi sui loro social network durante la corsa presidenziale del 2016, le società hanno rivelato dati allarmanti. La situazione, infatti, sarebbe ancor più grave di quanto previsto in precedenza.

Quanto grave? Ebbene, stando ai rapporti presentati dalle società:

• Facebook ammetterà che 126 milioni di americani hanno visto inserzioni russe (la stima precedente si aggirava intorno ai 10 milioni)
• Twitter presenterà 2.752 account associati alla Russia (contro i 200 precedentemente descritti)
• Google spiegherà che 1.108 clip propagandistiche sono apparse su YouTube (la risultante di una prima indagine sul problema)

Come precisato da Bloomberg, è probabile che le società imputate cerchino di scagionarsi presentandosi sotto una luce propositiva e rinnovando il proprio impegno nella risoluzione di questo problema.

Si prevede che Colin Stretch, del consiglio generale di Facaebook, alluda alla “riprovevole e oltraggiosa interferenza straniera che ha aperto un nuovo campo di battaglia per la nostra azienda, la nostra industria e la nostra società”.

Diversi legali della Capitol Hill saranno più in cerca di risposte che di commenti rabbiosi. Nessuno più del Senatore Mark Warner, che ha già ridotto a brandelli Twitter per la spiegazione “francamente inadeguata” delle interferenze russe con la sua rete. In altre parole: è tempo di preparare i popcorn, perché lo spettacolo sta per cominciare.

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