I sentimenti contrastanti delle banche per le criptovalute

Monete digitali come Bitcoin sono ormai un fenomeno che non può essere più ignorato dalle banche centrali.

di Mike Orcutt

I banchieri centrali sono in fermento per cercare di comprendere le forme di valuta digitale. La scorsa settimana un funzionario della Banca del Giappone ha dichiarato a Reuters che le valute digitali non rimpiazzeranno quelle fisiche troppo presto. Potrebbe avere ragione; nel frattempo, però, i banchieri governativi di altri paesi sembrano pensarla diversamente. L’anno scorso, ad esempio, il vice governatore della Banca Popolare della Cina parlava di “tempi maturi per le monete digitali” (lo stesso Giappone ha manifestato quest’anno un certo interesse per la J-Coin).

Qual è, dunque, la risposta esatta? La verità è che ciascun paese è differente, e la situazione non è sempre così semplice. In Svezia, ad esempio, ben poche persone continuano a utilizzare denaro contante; in questo caso, la domanda non è se la moneta digitale sostituirà il contante, ma chi sarà responsabile di fornire la valuta digitale (vedi “Governments Are Testing Their Own Cryptocurrencies”). Il governo cinese parrebbe interessato a sviluppare una criptovaluta per via del maggior controllo che questa garantirebbe sulle transazioni finanziarie (vedi “China’s Central Bank Has Begun Cautiously Testing a Digital Currency”).

Persino nel caso in cui decidessero di non “coniare” la propria valuta digitale, le banche centrali dovranno comunque trovare un sistema per gestire un mondo mosso dalle criptovalute. Il mercato è ancora relativamente piccolo rispetto alle quantità di denaro contante che circola all’interno delle grandi banche nazionali, ma è in rapida crescita.

Stando a Reuters, alcuni banchieri centrali temono di venir considerati responsabili dell’eventuale crollo di questo nuovo mercato.

Un altro timore è che un importante spostamento a favore delle criptovalute possa stravolgere l’equilibrio monetario. “Cambierebbe il sistema bancario troppo drasticamente”, ha commentato il rappresentante della Banca del Giappone. Ciononostante, pare che qualcosa si stia muovendo, a prescindere dalla preparazione delle banche centrali.

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