Il cemento non nuoce all’ambiente tanto quanto credevamo

Pietra miliare dell’architettura moderna, il cemento è responsabile di una importante porzione delle nostre emissioni di gas serra, ma presenta anche qualche merito.

di Michael Reilly

Il cemento contribuisce in maniera rilevante al riscaldamento globale. Nel lungo periodo, però, potrebbe anche avere qualche merito.

Per produrre cemento è necessario riscaldare calcare e argille in una fornace fino a quando la mistura non si trasforma ed emette anidride carbonica. Di fatto, la sovra citata reazione e il combustibile bruciato per alimentare la fornace sono responsabili dell’emissione di enormi quantità di anidride carbonica.

E l’umanità ama il cemento – l’anno scorso ne abbiamo prodotto 4.1 miliardi di tonnellate. Le emissioni derivate da questa produzione equivalgono a quasi il 5 percento dell’anidride carbonica dispersa dall’uomo nell’atmosfera.

Un nuovo studio su Nature sostiene però che, una volta ultimata la costruzione di un edificio e persino dopo la sua demolizione, la malta, il calcestruzzo o le macerie del cemento assorbono una discreta quantità di anidride carbonica attraverso reazioni chimiche con l’acqua e l’aria. Complessivamente, lo studio suggerisce che questo effetto spugna potrebbe contribuire al sequestro di quasi il 43 percento di quanto emesso in precedenza.

Per i processi utilizzati nella realizzazione, il cemento resta un materiale inquinante, ovviamente. Ma una nota pubblicata su Science nel merito di quest’ultimo studio sostiene che la scoperta potrebbe contribuire alla riduzione dell’impronta lasciata dall’industria del cemento nel riscaldamento globale. Non dobbiamo preoccuparci tanto dei materiali che vengono impiegati per produrre il cemento, visto che tendono a riassorbire una buona porzione dell’anidride carbonica che emettono. Piuttosto, sarebbe il caso di concentrarsi su metodi per riscaldare le fornaci che non facciano uso di combustibili fossili.

(MO)

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