Il Parlamento del Regno Unito ha ottenuto documenti riservati di Facebook

L’inchiesta condotta sul social network per valutare possibili violazioni della privacy giunge a un’importante svolta.

di Charlotte Jee

Un comitato parlamentare del Regno Unito ha fatto ricorso ad antichi poteri legali per confiscare documenti interni di Facebook ritenuti indispensabili per il proseguimento dell’inchiesta lanciata dopo lo scandalo di Cambridge Analytica; è quanto riportato ieri dall’Observer.

Le cause scatenanti? Damian Collins, presidente del comitato per la cultura, i media e gli sport, si è appellato ai diritti di convocazione del Parlamento per costringere Ted Kramer, fondatore della società software americana Six4Three a cedere i documenti. Un rappresentante della sicurezza si è presentato presso il suo hotel con un termine massimo di due ore per recuperare i documenti. Quando Kramer ha mancato di rispettare i termini, il rappresentante del comitato lo ha scortato al Parlamento, dove ha ceduto i documenti.

I contenuti: I documenti confiscati conterrebbero dettagli riguardo il controllo di dati e della privacy da parte di Facebook; gli stessi controlli che hanno portato allo scandalo di Cambridge Analytica, come le e-mail scambiate fra i rispettivi dirigenti, Mark Zuckerberg incluso. Queste informazioni potrebbero fornire informazioni sulle decisioni prese dalla società in merito all’utilizzo dei dati degli prima dello scandalo.

Evidentemente, la continua resistenza di Zuckerberg alle richieste di informazioni da parte del comitato gestito da Collins ha scatenato una risposta. Le azioni della società hanno subito un duro colpo da quando è trapelata la violazione dei profili di 87 milioni di utenti.

I prossimi risvolti: Il comitato ha convocato il vice presidente per l’ordine pubblico di Facebook, Richard Allan, per parlare a una udienza sulla privacy dei dati e sulla disinformazione.

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