La deforestazione causa più temporali estremi nell’Africa occidentale

Le foreste sono fondamentali per combattere il cambiamento climatico globale e allo stesso tempo influenzano in modo significativo il clima su scala molto più locale.

di MIT Technology Review Italia 

Gran parte dell’Africa occidentale è stata deforestata nel corso del XX secolo, un processo guidato dall’agricoltura, dal commercio internazionale di beni come il cacao e dallo sfollamento delle persone a causa dei conflitti interni. La rapida crescita delle città, in particolare lungo la costa, sta portando anche alla deforestazione nelle regioni circostanti.

Su “PNAS”, è stata pubblicata una ricerca dei due meteorologi Christopher Taylor, del Centre for Ecology & Hydrology inglese, e Douglas Parker, dell’University of Leeds, in cui si mostra che la deforestazione nell’Africa occidentale ha reso più frequenti i temporali estremi e aumentato il rischio di disastrose inondazioni improvvise nelle città costiere della regione.

Come riportato da “The Conversation”, grazie all’analisi costante delle immagini satellitari delle nuvole dagli anni 1990 i due studiosi hanno calcolato l’andamento degli eventi temporaleschi che sono diminuiti in frequenza, ma producono inondazioni di diversi centimetri di pioggia in un’ora o due, sufficienti per allagare le zone basse e innescare torrenti d’acqua che scorrono in bacini particolarmente esposti.

L’aumento di questo tipo di eventi estremi è generalizzato in tutta la regione ed è legato al riscaldamento globale, anche se si riscontra una notevole irregolarità nelle tendenze a seconda delle zone in cui si sta verificando la deforestazione.

Una domanda viene naturale: perché la deforestazione dovrebbe influire sulle precipitazioni? In breve, durante il giorno le aree deforestate diventano più calde della foresta circostante. Questo riscaldamento innesca le brezze locali e queste circolazioni atmosferiche possono dare il via alle forti precipitazioni temporalesche.

L’evento diventa particolarmente impattante quando la deforestazione si verifica entro poche decine di chilometri dalla costa. Qui le precipitazioni sono fortemente influenzate dalla brezza marina, con acquazzoni pomeridiani torrenziali poiché la brezza porta umidità sulla terraferma. La circolazione della brezza marina deriva dal contrasto tra l’oceano freddo e la terra calda, e poiché la deforestazione significa terra più calda, questa differenza di temperatura è aumentata, il che intensifica la potenza della manifestazione temporalesca.

Le città sono esposte al rischio più alto

Le aree costiere che hanno subito una sostanziale deforestazione hanno registrato il raddoppio delle precipitazioni temporalesche rispetto a 30 anni fa, mentre le regioni con una copertura del suolo più stabile hanno mostrato aumenti che oscillano tra il 30 e il 40 per cento. Questo incremento sostenuto colpisce soprattutto città come Freetown e Monrovia, rispettivamente le capitali della Sierra Leone e della Liberia, che hanno reti di drenaggio inadeguate, in particolare nei loro insediamenti informali, e quindi sono molto esposte alle inondazioni improvvise. 

Secondo gli autori, la rimozione degli alberi oltre ad aumentare il deflusso dell’acqua durante le precipitazioni incrementa anche la probabilità che si verifichino temporali intensi. Freetown, che nel 2017 ha subito una devastante inondazione che ha provocato smottamenti di fango e la perdita di oltre 1.000 vite, è un esempio evidente degli effetti del cambiamento climatico a livello locale.

I cambiamenti nelle precipitazioni che si stanno verificando a pochi chilometri dalla costa sono difficili da catturare nei modelli computerizzati utilizzati per fare proiezioni climatiche globali. Questi modelli tradizionali mancano dei dettagli spaziali per rappresentare come la deforestazione e le brezze marine influenzino le precipitazioni temporalesche su scala più piccola. 

I nuovi sistemi di simulazioni climatiche a risoluzione molto più elevata sono in grado di registrare i meccanismi fisici fondamentali e di conseguenza possono fornire le informazioni di cui i pianificatori hanno bisogno per progettare città più resilienti al cambiamento del clima. Il quadro emergente dell’aumento delle precipitazioni in un paesaggio prevalentemente deforestato contrasta con ciò che sappiamo sui processi nella foresta pluviale amazzonica, su cui in genere si sofferma la ricerca ufficiale. 

Allo stesso modo dell’Africa occidentale, le circolazioni atmosferiche svolgono un ruolo importante quando la cancellazione di piccoli appezzamenti di foresta di diverse decine di chilometri aumenta le precipitazioni. Tuttavia, poiché le zone deforestate diventano sempre più grandi in Amazzonia, le precipitazioni diminuiscono a causa dell’effetto essiccante di una minore traspirazione.

La differenza fondamentale tra le due regioni è la vicinanza dell’oceano. Nell’Africa occidentale, il vicino oceano funge da fonte di umidità per l’atmosfera e le precipitazioni tendono a essere determinate più dai cambiamenti del vento che dall’umidità. Lo stesso discorso non è valido per la foresta pluviale amazzonica, dove la maggior parte della deforestazione si verifica a molte centinaia di chilometri nell’entroterra. 

Tuttavia, la maggior parte dei punti caldi della deforestazione si trovano relativamente vicino a un oceano, come nel caso del sud-est asiatico. Per questo motivo, è probabile che il modo in cui le tempeste rispondono alla deforestazione diffusa assomigli al decorso osservato nell’Africa occidentale e non alla diminuzione del fenomeno riscontrata in Amazzonia.

(rp)

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