La nuova criptovaluta del Venezuela non esiste

Una inchiesta di Reuters getta una luce tutt’altro che rassicurante sul futuro della criptovaluta nazionale del Venezuela.

di Mike Orcutt

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, sostiene che le vendite del petro, la presunta criptovaluta nazionale basata sulle riserve di petrolio lanciata lo scorso febbraio, abbiano già permesso di raccogliere $3,3 miliardi per sostenere il costo delle importazioni.

Una inchiesta di Reuters, però, non avrebbe trovato prove a supporto di queste affermazioni – né dell’effettiva funzionalità del petro come criptovaluta.

Un buco nell’acqua: Reuters ha trascorso quattro mesi a parlare con esperti di criptovalute e settore petrolifero, visitando riserve di petrolio in Venezuela ed analizzando transazioni via blockchain, scoprendo che il petro non veniva venduto in alcuna transazione, e che nessun negozio lo accettava come pagamento. I registri della blockchain NED, che avrebbe dovuto ospitare il token, indicano che non è ancora stato creato o utilizzato.

Lavori in corso? Hugbel Roa, un ministro coinvolto nel progetto, ha confermato a Reuters che “nessuno è ancora riuscito a utilizzare il petro … né sono state ricevute risorse”. Il Venezuela sta ancora sviluppando la propria tecnologia blockchain, mentre gli acquirenti del petro, invece di acquistare token, ne hanno riservato la prossima creazione. Insomma, le affermazioni di Maduro non sarebbero corrette. Il recente annuncio del collegamento di salari, pensioni e tassi di cambio del bolivar venezuelano al petro è ancor più confusionale.

(MO)

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