La realtà aumentata si diffonde grazie ai Pokémon

Pokémon Go, il videogioco dell’estate, è facile e divertente, e potrebbe contribuire alla diffusione della realtà aumentata in tempi record.

di Rachel Metz

Dopo appena due settimane dal lancio, Pokémon Go, il videogioco di realtà aumentata per smartphone che permette di andare a caccia di Pokémon nel mondo reale è già popolarissimo ed ha incantato milioni di persone.

Il gioco, in sé, non è particolarmente complicato, né visivamente appariscente. Si comincia con la scelta e personalizzazione di un avatar che, sfruttando il GPS dello smartphone, emula i vostri spostamenti su una mappa che risulta arricchita da mete virtuali e punti di riferimento reali presso i quali è possibile raccogliere Poké ball ed altri oggetti. Imbattendosi in un Pokémon, lo smartphone accede alla fotocamera posteriore per mostrarvelo sullo schermo come se se si trovasse realmente di fronte a voi. Una volta catturato il vostro primo Pokémon e raggiunto il livello necessario potrete quindi iscrivervi a una squadra e visitare delle palestre per sfidare altri Pokémon.

Per quale ragione, quindi, si parla così tanto di Pokémon Go? Le app e i giochi di realtà aumentata sono in circolazione da anni, dopotutto. Difatti, Niantic, la spinout di Google che ha sviluppato Pokémon Go assieme a Pokémon Company e Nintendo (Nintendo investe in entrambe le società), aveva già lanciato due giochi per la realtà aumentata nel 2012 e nel 2013: un’app per le esplorazioni urbane di nome Field Trip ed un gioco di fantascienza di nome Ingress.

Sono cambiate molte cose da allora, però. Al di là di un importante aumento nella diffusione degli smartphone, i consumatori hanno acquisito una maggiore familiarità con realtà aumentata e realtà virtuale.

Anche se un gioco di realtà aumentata è già riuscito in passato a guadagnarsi una notevole fama (all’annuncio del suo distacco da Google lo scorso agosto, Niantic ha dichiarato che Ingress era stato scaricato più di 12 milioni di volte), Pokémon Go sta semplicemente entrando in scena in un momento più propizio per la tecnologia. Anche la fama dei personaggi di Pokémon, risalenti agli anni ’90, avrà certamente contribuito.

È importante tenere in considerazione un’altra cosa: Pur non trattandosi del videogioco più sorprendente che ci sia, Pokémon Go è semplice e facile da imparare.

Come per molte app nuove, i bug che potrebbero allontanare i giocatori non mancano. Quando l’ho provata mi sono trovata esclusa diverse volte dal server. Oltretutto, l’app consuma molto rapidamente la batteria: in mezz’ora di gioco è riuscita a prosciugare un quarto della batteria del mio smartphone.

Una delle caratteristiche più preoccupanti di questa app è il pericolo che può comportare per la sicurezza personale; l’impiego della realtà aumentata attraverso lo schermo di uno smartphone distoglie facilmente lo sguardo da ostacoli e pericoli. Nel mio girovagare mentre provavo il gioco mi sono dovuta ripetutamente ricordare di alzare la testa per guardare dove stavo andando – specialmente quando mi trovavo ad attraversare la strada.

Nonostante tutto, se omettiamo i bug e i potenziali rischi, Pokémon Go sembra sulla buona strada per dimostrare il potenziale della realtà aumentata anche attraverso il piccolo schermo di uno smartphone. Il successo di questo gioco potrebbe convincere altre società a investire nello sviluppo di nuovi giochi ed app che facciano un uso intelligente della realtà aumentata, e portare a una interessante fusione del mondo reale con quello digitale.

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