La realtà virtuale potrebbe essere il vostro prossimo antidolorifico

In uno studio, la realtà virtuale ha avuto pressoché lo stesso effetto dei narcotici nel ridurre il dolore.

di Rachel Metz

Fra non molto, il vostro medico potrebbe prescrivervi una partita a qualche gioco di realtà virtuale come rimedio per i vostri dolori. Questa, almeno, è la visione di Matthew Stoudt, CEO di AppliedVR, una startup che sta realizzando una libreria di contenuti per la realtà virtuale che dovrebbero alleviare dolori ed ansia prima, durante e dopo le procedure mediche. La società sta collaborando con ospedali e medici per coinvolgere alcuni pazienti nell’utilizzo e nello studio della sua tecnologia attraverso cuffie Samsung Gear VR.

Finora, spiega Stoudt, la società ha creato tre diverse applicazioni per la gestione del dolore ed una per la riduzione dell’ansia, e sta anche utilizzando alcuni contenuti ricavati da terze parti. Cuffie con la piattaforma della AppliedVR sono attualmente in fase di collaudo presso ospedali, studi medici e cliniche, durante prelievi di sangue ed epidurali.

La realtà virtuale viene studiata da tempo per il suo potenziale di alleviare il dolore durante procedure mediche quali trattamenti di ferite in pazienti che hanno riportato bruciature. Tipicamente, però, l’attrezzatura richiesta per allestire la realtà virtuale negli ospedali (o in qualunque altro posto) era estremamente costosa: Hunter Hoffman, direttore del centro di ricerca sulla realtà virtuale dello Human Photonics Laboratory, nonché sviluppatore di un gioco per il controllo del dolore di nome SnowWorld, spiega che l’attrezzatura che sta utilizzando come parte di uno studio per l’unità di trattamento intensivo del dolore costa $35.000.

Oggi, con l’entrata in scena di cuffie più economiche, quali il Gear VR di Samsung, il Rift di Oculus, e il Vive di HTC, è più semplice allestire un reparto di realtà virtuale presso un ospedale, e diversestartup fra cui la AppliedVR stanno cercando di cogliere questa opportunità.

La AppliedVR vende il suo servizio – il contenuto per la realtà virtuale ed una cuffia Gear VR – a circa $5.000 l’anno, una cifra che supera di gran lunga i $100 che spendereste per un Gear VR da abbinare a uno smartphone Samsung; resta ugualmente una cifra ben inferiore rispetto al passato.

La AppliedVR sta lavorando con il Cedars-Sinai Medical Center – che ha investito nella società – e il Children’s Hospital di Losa Angeles, che sta conducendo alcuni studi ricorrendo al suo software. Uno studio concluso recentemente dal Cedars-Sinai ha coinvolto un gruppo di 60 pazienti da varietà di condizioni cliniche (come dolori addominali dovuti a pancreatite o dolori al petto dovuti a polmonite). I pazienti hanno potuto provare diversi contenuti per la realtà virtuale fra cui un gioco, chiamato Bear Blast, in cui i giocatori devono muovere la testa per scagliare delle palle a degli orsi animati.

Il gioco, che ho avuto modo di provare dal mio ufficio, è piuttosto semplice e sembra pensato per essere ipnotico: bisogna avanzare lentamente in un mondo virtuale colmo di orsi e scagliare quante più palle possibili per guadagnare punti. A differenza della maggior parte dei videogiochi in circolazione, non ci si può ferire o morire.

Brennan Spiegel, direttore della ricerca per i servizi sanitari del Cedars-Sinai, sostiene che i ricercatori abbiano scoperto come 20 minuti di realtà virtuale possano ridurre il dolore provato dai pazienti di un valore medio pari al 24 percento; prima di avviare le prove con la realtà virtuale, i pazienti descrivevano un livello di dolore acuto pari a 5.5 in una scala da 0 a 10, dice; dopo il trattamento, questo valore sarebbe sceso a 4.

Si tratta di una riduzione alquanto significativa per un dolore acuto”, dice. “Non è troppo differente dagli effetti che riscontriamo con la somministrazione di narcotici”.

Ora, dice Spiegel, il Cedars-Sinai condurrà un test controllato che metterà a confronto un gruppo di pazienti trattati normalmente ed un altro gruppo al quale verrà consentito di utilizzare una cuffia per la realtà virtuale in un qualunque momento del loro ricovero.

Spiegel si dice cautamente ottimista riguardo la probabilità che la realtà virtuale possa ridurre il disagio dei pazienti. Crede che la tecnologia potrebbe aiutare le persone sofferenti o, almeno, aiutarle a rilassarsi maggiormente in ospedale o a casa. Allo stesso tempo, però, ammette che non aiuterà necessariamente tutti, e che servono ancora molti dati per appurare quanto sia efficace.

Elliot Krane, capo del reparto per la gestione del dolore pediatrico presso il Children’s Health di Stanford, crede che l’impiego della realtà virtuale per distrarre i pazienti potrebbe essere una soluzione utile al trattamento dei bambini. Per lui, la sfida principale è identificare sviluppatori di software che siano interessati a realizzare applicazioni mirate a problemi medici precisi – qualcosa che la stessa AppliedVR dice di voler fare per ampliare il proprio catalogo di servizi.

Spiegel sottolinea anche l’importanza di riconoscere quando la tecnologia può servire e quando, invece, non rappresenta l’approccio giusto. Ricorda quando aveva provato a convincere una paziente, il cui cancro si era diffuso, che lasciarsi trasportare virtualmente in Islanda lo avrebbe aiutato; la reazione della paziente a questa richiesta non era certo stata delle migliori.

“Dobbiamo stare attenti a non svendere la realtà virtuale, o qualunque altra tecnologia digitale”.

(MO)

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