La ricerca d’eccellenza, a misura d’impresa

IPI Innovazione. La rete RIDITT ha promosso un programma innovativo per il trasferimento di tecnologie dal sistema italiano della ricerca alle imprese

Biotecnologie per la conservazione dei salumi, processi a membrana per la produzione di succhi di frutta, tecniche di saldatura avanzata per la nautica, tecnologie RFID per la tracciabilità di dolci e prodotti da forno. Tutto a misura di impresa.

Il programma di trasferimento tecnologico di RIDITT, la rete italiana per l’innovazione industriale (www.riditt.it), offre infatti gli strumenti per rendere immediatamente accessibili alle imprese tecnologie e competenze maturate da università e centri di ricerca eccellenti in specifiche aree tecnologiche.

Semplificando in due parole, l’idea è questa: si mettono insieme un’istituzione di ricerca, detentrice di conoscenze e tecnologie innovative, con un’associazione imprenditoriale, che invece svolge l’analisi dei bisogni delle imprese e cura la diffusione delle informazioni, attivando in questo modo un circolo virtuoso di collaborazione tra accademia e industria su ben definite aree tecnologiche prioritarie per lo sviluppo del nostro sistema produttivo. L’iniziativa, aperta a raggruppamenti comprendenti almeno tre soggetti, ha inoltre inteso premiare la partecipazione degli specialisti del trasferimento tecnologico come, per esempio, i parchi scientifici e tecnologici e le aziende speciali delle camere di commercio.

Il programma è stato lanciato per la prima volta attraverso un bando, chiuso nel marzo dell’anno scorso, con alcuni elementi di assoluta novità nel panorama nazionale. Infatti si è voluta sperimentare la possibilità di finanziare non tanto attività di ricerca o di sviluppo, quanto, esplicitamente, attività di trasferimento tecnologico. Sono quindi state fornite chiare direttive per organizzare i progetti secondo tre filoni principali: il primo concernente attività di «promozione» delle tecnologie presso comparti imprenditoriali accuratamente selezionati; il secondo focalizzato sulla realizzazione di modelli di simulazione o impianti pilota «dimostrativi» in grado di far toccare con mano alle imprese le singole tecnologie proposte; il terzo, infine, finalizzato alla valutazione delle concrete potenzialità di applicazione industriale di queste ultime attraverso «analisi» di redditività economica.

Altri elementi di novità sono stati la già citata richiesta che un centro di ricerca si facesse carico di individuare e coinvolgere una associazione imprenditoriale, nonché strutture specializzate nei processi di trasferimento tecnologico, e l’aver vincolato le possibili tematiche a sole quattro aree tecnologiche individuate da RIDITT come prioritarie per lo sviluppo dei settori cosiddetti tradizionali del sistema produttivo italiano (automazione industriale e sensoristica; biotecnologie; materiali avanzati; tecnologie separative).

L’esperimento ha incontrato un largo successo tra gli operatori del Sistema Innovativo Nazionale, anche grazie a ulteriori elementi qualificanti come l’aver definito una griglia di indicatori di valutazione delle proposte progettuali chiara e dettagliata e l’aver coinvolto una commissione di valutazione competente su ambiti diversi del trasferimento tecnologico, comprendente esperti provenienti dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero dell’Università e della Ricerca, dal Ministero dell’Economia e Finanze, oltre che, naturalmente dall’IPI.

Infatti, nonostante il bando disponesse di una limitata dotazione finanziaria, pari a 2,3 milioni di euro, e prevedesse la possibilità di sostenere solo quattro progetti, ha attirato l’interesse di quasi un quarto del totale di operatori italiani dell’innovazione, mettendo in evidenza una forte domanda di strumenti ad hoc per il trasferimento tecnologico.

In termini quantitativi, in risposta al bando sono pervenute 42 proposte progettuali, di alto livello tecnico, pari a un valore complessivo dei progetti di 40 milioni di euro, che hanno coinvolto 203 organizzazioni (50 Università, 30 Centri di ricerca, 66 Associazioni imprenditoriali, 32 Agenzie per l’innovazione, 12 Camere di Commercio e 13 Parchi Scientifici). Le aree in cui si è manifestata la maggiore offerta di tecnologie pronte al trasferimento, sono state: l’automazione industriale e sensoristica, con 13 proposte, e le biotecnologie e i materiali avanzati, con 11 proposte ciascuna.

I quattro progetti che si sono aggiudicati il finanziamento, riportati nella tabella a fianco, sono attualmente in corso e avranno la durata di un anno, impegnando complessivamente risorse per circa 5 milioni di euro. Le attività avviate finora, hanno già visto il coinvolgimento diretto delle associazioni imprenditoriali e delle loro imprese associate, ma sono aperte alla partecipazione di qualsiasi impresa interessata. A questo scopo sono disponibili sia i singoli siti Web, da cui si possono trarre le principali informazioni di contatto, sia la rete RIDITT che svolge un ruolo attivo di assistenza tecnica ai quattro consorzi, di fertilizzazione incrociata di metodologie e competenze e di diffusione dei risultati verso l’intero Sistema Innovativo.

Dal punto di vista dei contenuti il progetto AGRIMATION, coordinato dall’Università Federico II di Napoli intende diffondere le tecnologie di automazione industriale basate sulla integrazione di sensori innovativi quali gli RFID (Radio Frequency Identificators) e tecniche di automazione SCADA (Supervisory Control And Data Acquisition) per la tracciabilità, la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari dei comparti dolciario, ortofrutticolo, pastaio, oleario, della torrefazione di caffè e dei prodotti da forno. Il progetto del CNR-ISPA di Bari, AGRIBIT, è invece impegnato nel trasferimento di biotecnologie basate sullo sviluppo di enzimi, batteri e microrganismi, ma anche protocolli e metodologie innovative, per l’innovazione di prodotto e il miglioramento dei processi produttivi e delle qualità sensoriali di prodotti lattiero caseari, olio ed olive, vino, prodotti da forno e salumi. Il terzo progetto, denominato SISTEMA e coordinato dall’Università Tor Vergata di Roma, impatta sulle industrie meccaniche, cantieristiche e aerospaziali, attraverso il coinvolgimento di una ampia gamma di competenze presenti sul territorio laziale, in relazione ai materiali innovativi e ai più avanzati processi di lavorazione. Infine il progetto TATICA, della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, trasferirà alle imprese agroalimentari della Campania una nuova tecnologia basata su campi elettrici e membrane avanzate per la produzione di derivati di pomodori e frutta.

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