La scienza siederà al tavolo con il Presidente Trump?

Ciascun presidente a partire da FDR ha fatto affidamento su un consulente scientifico. Trump non ha ancora nominato il suo o fatto il nome dei potenziali candidati.

di Mike Orcutt

Potrebbe ancora esserci una persona in grado di evitare che Donald Trump, rinnegatore del consenso scientifico sul riscaldamento globale e i vaccini, oltre che di altre verità evidenti, dal divenire il presidente “anti-scienza”.

La domanda fondamentale è se troverà una persona simile. Trump non ha ancora nominato un consulente scientifico, e il suo team non ha fornito alcuna indicazione riguardo i possibili candidati per questa posizione.

Ciascun presidente a partire da Franklin Delano Roosevelt ha avuto al suo fianco un consulente scientifico, anche se l’influsso di questa posizione, e la portata delle azioni atte a impedire che il presidente trascuri o utilizzi erroneamente l’evidenza empirica, sono variate notevolmente negli anni. Per un certo tempo, Richard Nixon si era persino liberato di questa posizione. John Holdren, il consulente scientifico del Presidente Obama, ha avuto una influenza ben maggiore sulla Casa Bianca di quanta ne abbia avuta John Marburger, il consulente di W. Bush.

A questo punto, nel 2009, Holdren era già al lavoro da due settimane. Trump non è necessariamente in ritardo sulla tabella di marcia, però – George W. Bush non ha nominato Marburger prima del giugno 2001.

Ciononostante, prima Trump nominerà un consulente scientifico e meglio sarà, spiega Rush Holt, CEO della American Association for the Advancement of Science. Problemi inerenti scienza, tecnologia e ingegneria sono “più ostacolati che mai da normative sempre più numerose”, e il pensiero scientifico è fondamentale in caso di crisi, sostiene Holt, che in precedenza ha operato all’interno del Congresso per 16 anni. È quindi nell’interesse del residente disporre di un valido consulente scientifico che “sieda al tavolo con i consulenti per la sicurezza nazionale, l’economia e la politica interna”.

Trump non ha alcun obbligo legale di nominare un consulente scientifico di livello come lo è stato Holdren per Obama. Il presidente deve appuntare un direttore per l’Office of Science and Technology Policy (OSTP), creato dal congresso nel 1976 per consigliare il presidente e coordinare iniziative scientifiche e tecnologiche fra le varie agenzie governative. Dopodiché, sta a lui decidere “l’importanza e il potere” di una determinata posizione, spiega Robert Atkinsonon, fondatore e presidente della Information Technology and Innovation Foundation, un think tank apartitico per le norme da applicare alla tecnologia. E non è chiaro se Trump intenda marginalizzare l’OSTP, né quanto abbia a cuore la promozione del progresso tecnologico.

Obama teneva a questi fattori “quanto un presidente può tenerci”, commenta Atkinson. Obama ha fatto di Holdren – che ha conseguito lauree in ingegneria e fisica al MIT – parte integrante della sua cerchia interna di assistenti. Con Holdren in qualità di direttore, l’OSTP si è impegnato in una vasta gamma di progetti, dalla ricerca nel cambiamento climatico alla Precision Medicine Initiative, nata per sviluppare nuovi farmaci e terapie cucite su misura per il corpo di ciascun paziente individuale. Ha anche coordinato gli sforzi di diverse agenzie governative per aiutare gli Stati Uniti a diventare più competitivi nel settore informatico ad alte prestazioni.

Qualunque cosa faccia Trump con l’OSTP, possiamo solo sperare che veda nel pensiero scientifico e nelle prove uno strumento da sfruttare, non un impedimento al suo mandato. La scienza è “la migliore protezione di cui un presidente può disporre dall’essere ingannato, o ingannarsi; mi auguro sappia trovare un consulente scientifico in grado di aiutarlo a essere convinto”, dice Holt. “La realtà ha modi per esporre le decisioni che non sono state prese sulla base di prove concrete”.

(MO)

  • Illustrazione di Victor Kerlow.
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