L’ARPA-E sopravvivrà ai tagli imposti da Trump?

Durante quello che potrebbe essere l’ultimo summit dell’agenzia, oratori e partecipanti si sono trovati d’accordo sulla criticità del sostegno federale alla ricerca nel settore energetico per la creazione di nuovi posti di lavoro.

di James Temple

Le sessioni di apertura dell’Innovation Summit organizzato questa settimana dall’ARPA-E si sono concentrate sulla difesa dei fondi federali destinati alla ricerca nel settore energetico in generale – e all’ARPA-E in particolare.

Eric Rohlfing, direttore operativo del braccio che per il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti tratta il finanziamento dei cosiddetti progetti “moonshot” (imprese impensabili come i lanci della NASA sulla Luna), ha dato inizio alla conferenza annunciando che 74 dei progetti sostenuti dall’agenzia hanno raccolto $1.8 miliardi dal settore privato e che 56 di questi hanno avviato nuove società. A seguire, il presidente del MIT L. Rafael Reif ha ribadito l’importanza cruciale del supporto governativo allo sviluppo di grandi idee scientifiche affinché passino dai laboratori all’industria. Gli investimenti federali nella ricerca, ha aggiunto, sono necessari a mantenere il vantaggio competitivo del paese nella scienza e nella tecnologia, oltre che nella creazione di futuri posti di lavoro.

“Questo non è un punto di vista conservativo o liberale”, ha detto Reif. “Si tratta del futuro del nostro paese”.

Nell’arco di tutte le sessioni è gravato l’interrogativo sul futuro del summit e dell’intera ARPA-E negli anni a venire. L’amministrazione Trump ha dichiarato l’intenzione di reindirizzare $54 miliardi da gran parte delle agenzie federali a investimenti nel settore della difesa; qualunque cosa tratti i temi dell’energia rinnovabile e il cambiamento climatico sarà un ovvio bersaglio di questi tagli. I dipendenti dell’ARPA-E hanno avuto modo di percepire distintamente la minaccia, dopo che un rapporto divulgato nel 2016 dalla Heritage Foundation è stato accolto apertamente dalla cerchia di Trump per la proposta di cancellare completamente l’agenzia.

Nei corridoi della conferenza si è discusso incessantemente del futuro dell’ARPA-E e dei fondi destinati al settore energetico in generale. Nessuno dei partecipanti incontrati da MIT Technology Review ha saputo prevedere chiaramente la disfatta dell’agenzia, in parte perché l’amministrazione Trump si è finora rivelata imprevedibile. Vi è però una notevole preoccupazione per il futuro della ricerca di fonti di energia pulita.

Grazie a fondi stanziati dall’ARPA-E per una serie di progetti, l’energia è oggi il principale settore di ricerca del PARC, il rinomato istituto di ricerca tecnologica della Silicon Valley. “È di vitale importanza, cruciale addirittura”, dice Scott Elrod, direttore del Hardware Systems Laboratory del PARC. “Non saremmo stati in grado di transitare dalle nostre radici storiche al settore energetico senza questo genere di finanziamenti”.

Deborah Stine, direttrice associata dello Scott Institute for Energy Innovation della Carnegie Mellon, crede che questo sarà l’ultimo anno del summit perché si tratta di un evento chiaramente dedicato alle energie rinnovabili. Allo stesso tempo, crede che l’agenzia sopravvivrà all’era Trump perché si è rivelata fondamentale per il settore privato, fornendo fondi di partenza che altre società non sono solitamente disposte a investire per progetti appena avviati.

Secondo la Stine, “per sopravvivere, l’industria che partecipa e supporta da tempo l’ARPA-E dovrà essere pronta a dire la sua”.

(MO)

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