L’automazione potrebbe rubarvi il lavoro, ma anche crearne uno nuovo per voi

Nuove e intriganti analisi vedono nell’automazione un promotore dell’occupazione, piuttosto che un sostituto del lavoro umano.

di Erin Winick

I robot stanno innegabilmente decimando posti di lavoro in alcune industrie – ma forse non tutte le notizie vengono per nuocere.

Un nuovo rapporto del Center for the Future of Work di Cognizant elenca 21 nuove occupazioni che nasceranno nei prossimi 10 anni, dando lavoro a un gran numero di persone che sono state colpite dall’automazione. Tutte queste professioni ricadranno all’interno di tre aree principali: addestramento del personale per estenderne le competenze, assistenza sanitaria e connessione fra uomo e macchina.

Alcuni titoli professionali ricordano termini presi da un racconto di fantascienza – posizioni come “manager del portfolio genetico”, “curatore della memoria personale”, “sarto digitale”, e “tecnico sanitario assistito da IA”, sono solo esempi.

Ben Pring, direttore del Center for the Future of Work, ha detto al Wall Street Journal di riuscire a immaginare facilmente quali professioni spariranno, per cui gli autori del rapporto hanno deciso di “creare una narrazione credibile di quanto otterremo in cambio”. Pring è anche coautore di un nuovo libro What to Do When Machines Do Everything, i cui autori sostengono che, per quanto il 12 percento della forza lavoro statunitense (19 milioni di persone) potrebbero assistere all’automazione del loro lavoro, 21 milioni di lavori verranno creato a seguito di progressi tecnologici.

Nel caso questa previsione sembrasse improbabile, alcune prove dimostrerebbero che l’industria della vendita al dettaglio sta attraversando un periodo di crescita. Come abbiamo detto più volte in precedenza, però, l’automazione potrebbe anche peggiorare la disuguaglianza, se non sapremo attuare norme adeguate.

(MO)

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