Le emissioni sono aumentate di nuovo nel 2019

I gas serra continueranno a salire fino a quando le nazioni non si impegneranno collettivamente in azioni di contenimento dell’inquinamento molto più aggressive.

di James Temple

Il mondo probabilmente dovrà dimezzare le emissioni di gas serra entro il prossimo decennio per prevenire livelli pericolosi di riscaldamento globale. Invece, anno dopo anno, stiamo pompando più inquinamento climatico. 

Secondo il rapporto annuale del Global Carbon Project, le emissioni globali di anidride carbonica da combustibili fossili aumenteranno per il terzo anno consecutivo nel 2019, raggiungendo lo 0,6% stimato e stabilendo un record di 37 miliardi di tonnellate. 

Lievi flessioni negli Stati Uniti e nell’Unione Europea sono state compensate da aumenti previsti in Cina, India e altre parti del mondo, dove la crescita economica sta alimentando la crescente domanda di energia. In effetti, è probabile che l’inquinamento da carbonio salga di nuovo nel 2020, visti i previsti aumenti nell’uso di petrolio e gas naturale nelle economie emergenti.

“Malgrado la sensibilità crescente nei confronti dei problemi climatici, non abbiamo ancora girato l’angolo per stabilizzare e ridurre le emissioni”, afferma Rob Jackson, professore di scienza del sistema terrestre a Stanford e presidente del Global Carbon Project, una collaborazione di ricerca internazionale fondata nel 2001 per monitorare l’inquinamento climatico globale.

Le conclusioni sono state pubblicate su “Environmental Research Letters”, “Earth System Science Data” e “Nature Climate Change”, mentre i delegati di oltre 200 nazioni si incontrano a Madrid questa settimana e la prossima per la 25a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che durerà fino al 13 dicembre.

A meno che i paesi non si impegnino collettivamente a intraprendere azioni molto più aggressive, è probabile che i livelli di biossido di carbonio continuino ad aumentare fino al 2030. Allo stesso modo, in questo secolo le temperature globali potrebbero salire fino a 5° C rispetto ai livelli preindustriali, accelerando lo scioglimento dei ghiacciai, l’aumento del livello del mare e la distruzione delle barriere coralline.

Il ruolo delle economie emergenti

Dal 2014 al 2016, le emissioni globali sono state relativamente basse, secondo alcuni in parte per il miglioramento dell’efficienza energetica delle nazioni che sono passate dal carbone al gas naturale meno inquinante e in parte al maggiore utilizzo di energie rinnovabili. Molti osservatori speravano che l’interruzione significasse che le emissioni globali avevano già raggiunto il picco. Ma gli aumenti sono ripresi nel 2017, allora come ora guidati da Cina e India.

L’ultimo rapporto di questa settimana ha rilevato che le emissioni cinesi di anidride carbonica sono aumentate del 2,6% rispetto a quanto previsto quest’anno, spinte dal maggior uso di petrolio, gas naturale e carbone, nonché dalla produzione di cemento.

Inoltre, si è scoperto di recente che la nazione è nel mezzo di un boom edilizio per le centrali a carbone, e che i suoi investimenti in progetti solari e eolici sono precipitati negli ultimi anni.

Nel frattempo, le emissioni dell’India probabilmente sono aumentate dell’1,8% quest’anno, il che segnerebbe un netto calo rispetto alla crescita dell’8% dell’anno precedente. Purtroppo, la politica nazionale di sviluppare giganti progetti solari ed eolici è svanita negli ultimi mesi, tra crescente incertezza normativa e il problema dei finanziamenti.

Questi due soli stati, tra i primi tre produttori mondiali di emissioni di carbonio, sono sufficienti a mettere in crisi gli obiettivi mondiali stabiliti a livello di emissioni e temperatura. È probabile che entrambi vedano enormi impennate della domanda di energia nei prossimi anni, poiché le loro classi medie in espansione cercano di acquistare auto, viaggiare in aereo e perseguire altri cambiamenti nello stile di vita che avvicinano il loro consumo di energia a quello di europei e americani. 

Se la Cina e l’India raggiungessero i tassi statunitensi di proprietà dell’auto, per esempio, metterebbe quasi due miliardi di nuove automobili sulle strade.

La responsabilità delle nazioni ricche

In confronto, il rapporto ha rilevato che le emissioni sono probabilmente diminuite di circa l’1,7% sia negli Stati Uniti che nell’UE quest’anno, con un allontanamento dal carbone e un maggiore utilizzo di energie rinnovabili e gas naturale.
L’impronta di carbonio delle nazioni a industrializzazione avanzata rimane tuttavia molto più elevata, sia in termini di emissioni storiche sia su base individuale. Il consumo di petrolio pro capite americano, ad esempio, è 16 volte maggiore di quello indiano.

Anche se queste nazioni più ricche stanno facendo un piccolo progresso nella riduzione delle emissioni, per oltre un secolo si sono affidate ai combustibili fossili per guidare la loro crescita economica. Pertanto, questi paesi hanno una chiara responsabilità, nonché una maggiore capacità finanziaria, di ridurre le emissioni in modo deciso e più rapidamente delle economie emergenti.

Dovrebbero inoltre aiutare quei paesi a sostenere la loro crescita con tecnologie energetiche pulite, fornendo finanziamenti a basso costo, know-how tecnologico e altri tipi di aiuto.

I motivi di speranza

Ci sono alcuni dati positivi nel rapporto. L’aumento globale delle emissioni di quest’anno è stato più lento di quello registrato nei due anni precedenti. E il consumo di carbone è diminuito dell’11% circa negli Stati Uniti, del 10% nell’UE e dello 0,9% a livello globale.

Nel frattempo, le richieste di intervento sul clima stanno aumentando in tutto il mondo, come esemplificato dalle proteste globali dei giovani e da ampie proposte politiche come il Green New Deal . E le tecnologie per l’energia pulita come le energie rinnovabili e i veicoli elettrici stanno diventando più a basso costo e più popolari.

Ma finora, l’eolico e il solare sono stati ampiamente utilizzati per soddisfare la nuova domanda di energia piuttosto che sostituire gli impianti di combustibili fossili, afferma Jackson. Nel frattempo, il passaggio dal carbone al gas naturale ha aiutato gli Stati Uniti e l’Europa ad appiattire i livelli di inquinamento climatico negli ultimi anni.

Ora questo combustibile viene sempre più utilizzato per soddisfare il crescente consumo di energia in tutto il mondo, poiché i prezzi crollano e le nazioni in via di sviluppo importano livelli crescenti di gas naturale liquefatto.

La posta in gioco a Madrid

Uno degli obiettivi principali del vertice di Madrid è di capire come le nazioni adempiranno ai loro impegni iniziali per ridurre le emissioni ai sensi dell’accordo di riferimento sul clima di Parigi raggiunto nel 2015. 

Ma le nazioni devono fare molto di più che raggiungere i loro obiettivi. La settimana scorsa un rapporto dell’Environment Program delle Nazioni Unite ha evidenziato che i paesi dovranno triplicare i propri impegni per mantenere il riscaldamento al di sotto di 2 ° C, l’ obiettivo stabilito dall’accordo di Parigi.

Per avere una reale possibilità di limitare il riscaldamento a 1,5° C, l’obiettivo massimo dell’accordo, sarebbe necessario un taglio delle emissioni globali del 55% entro il 2030. Come ha osservato il “Guardian”, le riduzioni che si avvicinano a tale portata, anche all’interno di un singolo paese, sono avvenute solo poche volte nella storia recente: a seguito della Grande recessione degli Stati Uniti e del crollo dell’Unione Sovietica.

“Non siamo sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi”, ha detto Petteri Taalas, segretario generale della World Meteorological Organization.
In un nuovo rapporto, il gruppo ha scoperto che le temperature medie globali sono già aumentate di un 1,1° C dall’inizio dell’era industriale e che il 2019 sarà probabilmente il secondo o il terzo anno più caldo mai registrato.

Ciò significa che gli ultimi cinque anni sono stati quasi certamente i cinque più caldi della storia registrata, nonché un periodo in cui uragani, incendi, inondazioni e ondate di calore hanno stabilito nuovi record in tutto il mondo. Ogni ulteriore mezzo grado di riscaldamento renderà tali eventi meteorologici estremi solo più comuni, più devastanti o entrambe le cose.

Impegni più rigorosi per la riduzione delle emissioni saranno al centro della conferenza delle Nazioni Unite sul clima del 2020. Ma tagliare le emissioni ovunque abbastanza rapidamente in questa fase richiederà un impegno totale e probabilmente senza precedenti: sfruttando le tasse sul carbonio, le politiche energetiche, i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo e gli accordi internazionali per aumentare l’efficienza energetica, sostenere i veicoli elettrici, sviluppare l’eolico e il solare, tagliare le industrie inquinanti, dare vita a sistemi di trasporto di massa a basso impatto e altro ancora.

Non sarà affatto facile considerando che, decenni dopo che i pericoli sono evidenti a tutti i paesi, non siamo ancora riusciti a porre un freno al problema.

Foto: AP

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