Le vittime di molestie sessuali hanno una nuova risorsa: l’intelligenza artificiale

Una intelligenza artificiale potrebbe fungere da primo legale, o semplicemente offrire alle vittime una lettura chiara dei loro diritti.

di Erin Winick

Per chi ha mai subito molestie sessuali in ufficio, oggi c’è un luogo privato online dove chiedere aiuto. Botler AI, una startup di Montreal, ha presentato un sistema che offre gratuitamente informazioni e consigli a coloro che hanno subito molestie e non sono certi dei propri diritti legali.

Attraverso l’apprendimento approfondito, il sistema di IA è stato addestrato su oltre 300.000 documenti giudiziari penali presi dalle corti degli Stati Uniti e del Canada, inclusi più di 57.000 documenti e denunce associate a molestie sessuali. Con queste informazioni, il software è in grado di determinare se la vicenda descrittagli dall’utente corrisponde a una molestia sessuale, ed elencare le leggi del codice penale che potrebbero essere state infrante. In seguito, il sistema genera un verbale di incidente che l’utente può consegnare alle dovute autorità.

Ritika Dutt, cofondatrice di Botler AI, aveva subito molestie durante una occupazione precedente, restando profondamente scioccata. “Non sapevo se stava veramente succedendo qualcosa di sbagliato o se ero semplicemente troppo sensibile a riguardo”, racconta. “Non sapevo quali fossero i miei diritti, se stava infrangendo qualche legge, o come mi sarei dovuta comportare”.

La sua esperienza personale – unita alla recente serie di denunce di abusi sessuali, soprattutto da parte di potenti figure nel mondo dello spettacolo, dei media e della politica – hanno portato alla creazione di Botler AI per fornire uno strumento imparziale al servizio delle persone comuni. “Le notizie su tutti questi casi mi facevano provare una profonda rabbia. Erano ormai diventate una questione personale”, racconta la Dutt. “Quante persone pensano di potersi comportare così e scamparla? Tutti dovrebbero disporre di una risorsa attraverso la quale informarsi senza timore di essere giudicati”.

Lo strumento comincia col chiedere semplici domande che possono guidare il software, come lo stato di residenza e a quanto tempo fa risale l’accaduto; una volta spiegata la propria situazione utilizzando un linguaggio comune, il software crea un rapporto basato su questa descrizione e su quanto ha appreso dai casi analizzati durante il suo addestramento.

Il fine della società è fornire uno strumento legale gratuito che aiuto le vittime in una moltitudine di casi, non solamente quelle legate alle molestie sessuali. Botler non è la sola: una società analoga di nome DoNotPay, nata come soluzione automatizzata per contestare le multe, è oggi cresciuta a dismisura (vedi “This Chatbot Will Help You Sue Anyone“).

Dutt non è la sola ad aver deciso di fondare Botler per motivi personali. Anche il cofondatore Amir Moravej, trasferitosi Canada per l’università, ha trovato nella difficoltà a restarvi dopo gli studi una motivazione per creare la piattaforma. Moravej è dovuto rientrare in Iran, ma continua a sperare che lo stesso debba toccare anche ad altri studenti stranieri.

“Speriamo anzitutto che la nostra IA riesca a rendere l’intero sistema legale più accessibile per gli utenti medi”, dice. “Il linguaggio è difficile da comprendere. Persino noi siamo all’oscuro del significato di alcune leggi e norme. Spero che il nostro sistema possa aiutarci a comprendere l’intero sistema legale”.

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