Precision farming: i droni al servizio dell’agricoltura

E’ il momento della smart agricolture.

di Fonte ST

Anche nel settore primario è in corso una rivoluzione tecnologica, e le soluzioni e le applicazioni hi-tech per le coltivazioni si moltiplicano. L’IoT in campo aperto permette applicazioni finora molto costose per lo sviluppo della smart agricolture.

Si ritiene che il business delle soluzioni tecnologiche per l’agricoltura triplicherà nel 2025: un processo evolutivo più lento rispetto a quello della manifattura industriale che è stato ribattezzato “Industria 4.0”, ma ineluttabile. E quello che ancora frena non è la tecnologia, ma spesso l’agricoltore, ancora un po’ restio ad attuare cambiamenti in questa direzione.

Per i grandi appezzamenti di terreno coltivati oggi ci sono soluzioni combinate di trattori e droni (chiamati nello specifico UAVs, Unamed Aerial Vehicles) muniti di sensori multispettrali che catturano immagini grazie a telecamere. I sensori multispettrali, restituendo un’immagine multibanda, permettono di valutare lo stato di salute dei terreni e delle coltivazioni, il fabbisogno di irrigazione, la condizione delle foglie per stabilire, per esempio, se c’è necessità di acqua o se siamo in presenza di parassiti e quindi, se la pianta è in sofferenza. Come lo fanno? Grazie anche a tecniche di Intelligenza Artificiale, che permettono il confronto con migliaia di immagini corrispondenti. Le informazioni così possono giungere al coltivatore rapidamente e permettergli di tarare gli interventi da fare sul campo, dosare le risorse idriche e l’impiego di fertilizzanti.

Cosa aspettarci in futuro? Un’agricoltura ottimizzata dall’elettronica, ovvero “fattorie digitalizzate” che permetteranno all’agricoltore di rendere più efficienti le sue produzioni agricole a costi più bassi. E questo permetterà anche un riavvicinamento alla terra, un utilizzo minore di antibiotici e pesticidi e un rispetto più profondo dei cicli della natura. Insomma, l’elettronica potrà aiutarci a fare meglio, su tutti i fronti. 

Leggi l’articolo sul blog Pepite

Immagine di: Fonte ST

(lo)

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