Richard Branson è andato in orbita

L’infantile corsa alla spazio tra miliardari non deve far perdere di vista l’utilità di queste missioni per democratizzare l’accesso allo spazio e favorire lo svolgimento di importanti esperimenti scientifici.

di Jonathan O’Callaghan 

La scelta dei tempi poteva essere migliore.  Ieri, 11 luglio, l’imprenditore e miliardario britannico Richard Branson si è lanciato ai confini dello spazio in un veicolo prodotto dalla sua azienda, Virgin Galactic, alla sua quarta missione, in un momento in cui gran parte del mondo sta ancora combattendo una pandemia mortale. Eppure, pur ricevendo una discreta quantità di critiche, il volo di Branson preannuncia un passo fondamentale per rendere i viaggi spaziali più accessibili che mai, anche se in questo momento sembrano solo un giocattolo per gli uomini più ricchi del mondo.

Nelle prime ore di ieri mattina, lo spazioplano VSS Unity di Virgin Galactic è decollato da Spaceport America nel deserto del New Mexico con un aereo da trasporto chiamato VMS Eve, dal nome della defunta madre di Branson. L’equipaggio di sei persone, incluso Branson, è stato portato a un’altitudine di oltre 14 chilometri prima di essere sganciato, consentendo al suo motore a razzo unico di accendersi e trasportare i suoi occupanti nello spazio. 

Poco più di un minuto dopo, viaggiando alla velocità di Mach 3, ha raggiunto la sua altitudine massima – 86 chilometri – offrendo al suo equipaggio diversi minuti di assenza di gravità e splendide viste sulla Terra prima di tornare in sicurezza sul nostro pianeta, con un tempo di volo totale di circa 90 minuti.

All’inizio Branson doveva essere uno dei primi passeggeri civili di Virgin Galactic entro la fine dell’anno, ma è stato spostato su un volo precedente, apparentemente nel tentativo di battere il collega miliardario Jeff Bezos, che volerà lui stesso nello spazio con il razzo New Shepard della sua azienda Blue Origin la prossima settimana. 

L’improvviso cambio di Branson ha scatenato una piccola discussione, con Blue Origin che ha ironizzato sul fatto che i voli di Virgin Galactic erano tecnicamente al di sotto del confine riconosciuto a livello internazionale per lo spazio a un’altitudine di 100 chilometri, la cosiddetta Linea Karman. I voli di Blue Origin andranno oltre questo confine. “Nessuno dei nostri astronauti avrà un asterisco accanto al proprio nome”, ha affermato l’azienda.

Eppure, nonostante le facile ironie sulle stravaganze dei miliardari, il volo è ancora una pietra miliare importante. Il servizio commerciale di Virgin Galactic, con futuri clienti che pagheranno fino a 250.000 dollari per ripetere la stessa esperienza, dovrebbe iniziare presto dopo il volo di successo di Branson. “L’aspetto importante della missione è che stiamo democratizzando l’accesso allo spazio”, afferma l’esperto di industria spaziale Caleb Williams.  

Virgin Galactic ha già 650 persone iscritte per volare sul suo veicolo, tra cui il musicista Justin Bieber e l’attore Leonardo DiCaprio, ma sebbene sia per ora accessibile solo ai ricchi e famosi, c’è speranza che tali voli possano un giorno essere più convenienti per il pubblico. Il volo di ieri non era solo una forma di esibizionismo. I voli suborbitali consentono di svolgere anche importanti lavori scientifici. 

Su questo primo volo è stato condotto un esperimento dell’Università della Florida per  vedere come le piante rispondono alla microgravità, ricorda Laura Forczyk della società di consulenza spaziale Astralytical. Le future missioni studieranno il comportamento della polvere sugli asteroidi e monitoreranno tecniche per eseguire interventi chirurgici nello spazio.

Gli esperimenti saranno seguiti dai ricercatori stessi, come Alan Stern del Southwest Research Institute in Texas, responsabile della missione New Horizons della NASA su Plutone, piuttosto che affidarsi a sistemi remoti o astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale. Stern, per esempio, testerà un sistema di imaging astronomico, utilizzato in precedenza sullo Space Shuttle,  che potrebbe eseguire utili osservazioni del sistema solare.

“Per 150 anni si è teorizzata una popolazione di asteroidi all’interno dell’orbita di Mercurio”, afferma Stern. “Il modo migliore per osservarli è il crepuscolo spaziale. Sulla stazione spaziale, il fenomeno del crepuscolo dura solo 30 secondi mentre si viaggia a 18.000 miglia all’ora. Ma su SpaceShipTwo o New Shepard, il fenomeno persiste per minuti”.

Ci sono, ovviamente, molte critiche valide a due miliardari lanciati in una competizione infantile, ma potremmo trovarci di fronte all’alba di un vero turismo spaziale commerciale”.

(rp)

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