Tempi duri negli Stati Uniti per i produttori di batterie per vetture elettriche

Affinché il mercato delle vetture elettriche possa espandersi, le aziende hanno bisogno di una maggiore domanda da parte dei consumatori.

di Kevin Bullis

Produzione ferma: La Enerdel fabbricava le batterie per la vettura elettrica Think, visibile nell’immagine, fino a quando non è stata costretta a chiudere. Di conseguenza, persino l’azienda madre, Ener1, ha dovuto dichiarare bancarotta. Michael Tercha/Chicago Tribune

Lo sforzo del governo Statunitense di creare una industria per le batterie destinate ad auto elettriche ha recentemente subito un duro colpo a seguito della bancarotta di una delle principali aziende che aveva finanziato. La Enerdel aveva ricevuto un finanziamento pari a 118.5 milioni di Dollari per realizzare una fabbrica di batterie agli ioni di litio in Indiana come parte del programma di finanziamenti da 2 miliardi destinato a componenti e batterie per auto elettriche.

La Ener1, l’azienda madre di Enerdel, spera di riuscire ad emergere dalla bancarotta, e dichiara che la Enerdel rimarrà operativa durante le pratiche per la bancarotta. Ciononostante, i problemi da affrontare servono da esempio nella sfida a realizzare una nuova industria; almeno per ora, vi sono troppe aziende a caccia di quei pochi contratti disponibili per la realizzazione di batterie per auto elettriche ed ibride.

Si prevede che la domanda crescerà nei prossimi anni come conseguenza delle pressioni da parte del governo sulle case automobilistiche affinché producano un crescente numero di auto elettriche, oltre che dei progressi tecnologici grazie ai quali sarà possibile realizzare batterie più economiche. Al momento però le aziende negli Stati Uniti stanno competendo in un mercato ristretto. Quelle che riusciranno ad aggiudicarsi contratti chiave, o che dispongono già di fondi sufficientemente ampi, riusciranno probabilmente a sopravvivere per i prossimi anni, a differenza di molte altre che potrebbero finire col collassare.

I problemi della Ener1 sono nati dalla sua pesante dipendenza da un singolo cliente principale, la Think, che produceva automobili elettriche. La scorsa estate, la Think non è riuscita a emergere con il proprio prodotto, una costosa automobile elettrica a due posti che doveva competere con la Volt di GM e la Leaf di Nissan, entrambe più economiche e pratiche.

Stando a una dichiarazione inviata alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, la Ener1 aveva puntato tutto su una rapida crescita del mercato delle auto elettriche, che avrebbe dovuto generare una domanda sufficiente a vendere le proprie batterie a fianco di quelle provenienti dall’Asia. Nel documento stesso viene ammesso che “la domanda di vetture elettriche non è cresciuta entro i tempi previsti.”

Secondo Dan Galves, un analista per la Deutsche Bank, i produttori di batterie elettriche dovranno saper attendere la crescita del mercato delle vetture elettriche. “Siamo certi che le fabbriche che verranno realizzate potranno essere sfruttate a pieno nel lungo termine,” commenta. “Tutto sta nei tempi e in quanto a lungo le aziende specializzate in batterie elettriche sapranno attendere.”

Come parte del Recovery Act del 2009, il governo Statunitense ha garantito fondi a nove aziende perché costruiscano fabbriche di batterie avanzate. Una decima fabbrica, suggerita da una joint venture tra Nissan e NEC, è in fase di realizzazione con il contributo di un prestito federale da 1.4 miliardi di Dollari.

Stando a Galves, la maggior parte delle aziende che ha ricevuto dei fondi può permettersi di attendere qualche anno affinché il mercato delle batterie agli ioni di litio destinate alle automobili cresca, eccezion fatta per la Ener1 e la A123 Systems. Ener1 sta ricevendo degli aiuti da parte di uno dei suoi più grossi investitori, Boris Zingarevich, re del mercato della legna truciolata nonché nuovo proprietario della Think a seguito del suo fallimento. Come la Ener1, altre aziende che hanno ricevuto finanziamenti dal governo non dispongono di grandi clienti. Dispongono, ciononostante, di “tasche assai profonde”, commenta Galves. “Queste aziende non hanno particolari problemi se la domanda per le batterie non è esattamente alta come vorrebbero.”

La Deutsche Bank prevede che, come conseguenza ai finanziamenti federali, la capacità produttiva mondiale di batterie supererà la domanda almeno fino al 2015. Questa previsione è considerevolmente migliore rispetto al pronostico del 2009, secondo il quale nel 2015 la capacità produttiva avrebbe potuto essere superiore di due volte rispetto alla domanda. Da allora, le aziende hanno deciso di costruire fabbriche più piccole o di non costruirne più. Dopo aver riscontrato vendite più basse del previsto della GM Volt, la Deutsche Bank ha ulteriormente ridotto le proprie previsioni sulle vendite delle vetture elettriche, aspettando pur sempre una crescita negli anni a seguire.

“Ogni casa automobilistica ha in programma di realizzare almeno una vettura elettrica,” commenta Galves. E prosegue dicendo che “entro la fine di questo decennio saranno praticamente obbligatorie.”

Queste previsioni dipendono da diverse ipotesi sulla crescita del mercato delle automobili elettriche ed il costo di produzione delle batterie. Galves sostiene che le batterie agli ioni di litio per vetture elettriche costano intorno ai 600 Dollari per kilowatt-ora, contro i 250 Dollari per kilowatt-ora delle batterie per computer portatili. “Non vi è alcuna ragione per cui le batterie per automobili non dovrebbero arrivare a costare quanto quelle per portatili,” spiega. Se però questo traguardo non dovesse essere raggiunto, la domanda potrebbe crescere ad un passo assai più lento, e l’esubero nella capacità produttiva arriverebbe a durare più a lungo.

Secondo Menahem Anderman, presidente della Advanced Automotive Batteries, con volumi di vendita intorno alle 20,000/30,000 unita’ per vetture come la GM Volt (della quale lo scorso hanno sono stati venduti appena 10,000 esemplari), prima che i fondi derivati dal Recovery Act vengano interamente spesi, la capacità produttiva negli Stati Uniti potrebbe superare la domanda di oltre cinque volte. Questo è dovuto in parte al fatto che i produttori Asiatici già rispondono a una vasta porzione della domanda complessiva di batterie elettriche.

Un recente sviluppo potrebbe però aiutare le aziende che possiedono fabbriche negli Stati Uniti a competere con la loro controparte: le case automobilistiche stanno infatti cercando di ridurre i costi di trasporto ricorrendo a componenti realizzati in prossimità delle loro fabbriche, un fattore estremamente importante per le batterie agli ioni di litio destinate alle automobili.

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