Un esame del sangue per la diagnosi precoce dell’Alzheimer

La diagnosi dell’Alzheimer avviene troppo tardi per permettere alle terapie di essere efficaci. Un nuovo esame del sangue potrebbe rilevare in anticipo le prime alterazioni in corso tra le proteine.

di MIT Technology Review Italia

La diagnosi dell’Alzheimer, una delle forme di demenza più diffuse al mondo, dipende dall’osservazione delle placche di amiloidi che si formano nel cervello. A quel punto, però, la malattia è ad uno stadio troppo avanzato per poter essere curata in maniera efficace. Le prime alterazioni a livello delle proteine, infatti, prendono forma almeno vent’anni prima della manifestazione dei sintomi tipici della malattia e i più recenti approcci puntano alla diagnosi precoce ed alla prevenzione.

La rivista Alzheimer’s and Dementia, ha pubblicato i risultati di uno studio condotto dalla Ruhr-University Bochum per sviluppare un metodo a due livelli che permetterebbe la diagnosi precoce della malattia da un campione di sangue. Hanno guidato la ricerca il professor Klaus Gerwert ed il Dr. Andreas Nabers del Dipartimento di Biofisica della Ruhr-University Bochum.

I ricercatori della RUB sono riusciti a diagnosticare correttamente l’errato ripiegamento delle proteine beta-amiloidi con otto anni di anticipo rispetto alla manifestazione dei sintomi clinici.
Inizialmente, il nuovo test non si era rilevato adatto all’applicazione clinica. Pur avendo correttamente riconosciuto casi di Alzheimer al 71%, infatti, produceva anche un 9% di falsi positivi.

Per eliminare questo margine d’errore, i ricercatori hanno sviluppato ulteriormente il proprio metodo arrivando a proporre una seconda fase. L’esame del sangue originale permette l’identificazione di individui ad alto rischio. Nel caso di questi individui a rischio, i ricercatori conducono un nuovo test sul liquido cerebrospinale, estratto dalla colonna vertebrale, volto a rilevare la presenza di un biomarcatore specifico della demenza chiamato Proteina Tau.  Il metodo diagnostico in due fasi ha alzato a 87% la percentuale di diagnosi corrette dell’Alzheimer e ridotto al 3% la percentuale di falsi positivi.

Gerwert intende proseguire gli studi con nuovi test clinici da condursi su pazienti alle primissime fasi di sviluppo del morbo. Il nuovo metodo diagnostico offre un’opportunità di cura anticipata della malattia ed i ricercatori sperano che le terapie esistenti possano rivelarsi più efficaci quando applicate con maggiore anticipo.

I ricercatori hanno inoltre automatizzato l’esame del sangue e sperano di riuscire a rilevare da esso anche la presenza della proteina tau, di modo da eliminare la necessità di prelievi dalla colonna vertebrale.

(lo)

Related Posts
Total
0
Share