Un libro sui motori di ricerca

Un’opera a lungo attesa su Google e sul fenomeno delle “code lunghe”.

di Mark Williams

La storia di due blog

The Search: How Google and Its Rivals Rewrote the Rules of Business and Transformed Our Culture

Di John Battelle

Portfolio, 2005, dollari 25,95

The Long Tail:A Public Diary on the Way to a Book

Di Chris Anderson

www.theolongtail.com

Quando nel 2002 venne annunciato l’accordo contrattuale per la sua stesura, The Search: How Googole and Its Rivals Rewrote the Rules of Business and Transformed Our Culture di John Battelle rappresentava probabilmente in assoluto il libro più anticipato, che univa l’ interesse dell’argomento affrontato alla notorietà dell’autore, forse il più rappresentativo del giornalismo tecnico-commerciale. In ogni caso, i libri richiedono sempre una lunga fase di riflessione. Battelle – che fondò “Industry Standard”, una rivista settimanale ormai non più in circolazione che aspirava a essere l'”Economist” del boom delle aziende dot.com, ma che fallì nel 2001 – sapeva che in qualche modo doveva far valere il suo status di guru del settore. Pertanto, nell’autunno del 2003, cominciò a scrivere un blog sulla sua futura pubblicazione di The Search.

Battelle desiderava che il suo Searchblog (battellemedia.com) non fosse solo uno strumento promozionale, ma rappresentasse anche una conferma della validità delle proprie teorie. Il blog è in effetti diventato parte del processo di scrittura del libro, grazie ai lettori che hanno risposto ai suoi messaggi con nuovi argomenti e idee originali che hanno contribuito ad arricchire la stesura finale di The Search.

Quando gli parlai, Battelle mi disse che il blog sul libro che stava scrivendo era la prova concreta della veridicità della tesi che da lui sostenuta: il passaggio del potere dal vecchio ordine – in questo caso, i media tradizionali – determinato dal successo dei nuovi servizi di ricerca e di Internet che consentono la condivisione dell’informazione. “Mi piace definire questo passaggio la “forza delle masse””, afferma Battelle, che spiega il meccanismo facendo nuovamente appello alla storia di Google.

Il suo argomento principale è come la ricerca diventerà lo strumento attraverso cui gli utenti accederanno ai diversi servizi e applicazioni che potrebbero essere ospitati da una piattaforma informatica e a una serie infinità di dati. “La ricerca è la vanga con cui smuoviamo il terreno della conoscenza umana“, mi disse Battelle. “Non è il sistema operativo del Web, ma è la nostra più importante interfaccia di navigazione“. Battelle sviluppa questa linea di ragionamento in un modo decisamente originale e ne ha fatto il cavallo di battaglia del suo blog (il tema ovviamente è stato discusso ampiamente anche in altre sedi: si veda, per esempio, What’s Next for Google?, di Charles Ferguson, sul numero 2/2005 di “Technology Review”, edizione italiana.

Ma il cuore della argomentazione di Battelle è l’ascesa della “economia di ricerca”, che esiste (egli sostiene) perché la ricerca ha permesso lo sfruttamento commerciale delle “code lunghe”. Questa idea è meno originale. Le implicazioni commerciali della Coda Lunga (Long Tail) – nel contesto dell’e-commerce la definizione è diventata d’uso comune – sono state rese famose da Chris Anderson, redattore capo di “Wired”, in un articolo di ottobre 2004 da lui scritto per la sua rivista. Anche Anderson sta finendo un libro, dal titolo The Long Tail, che verrà pubblicato il prossimo anno. Comunque qualsiasi velleità proprietaria nei confronti delle code lunghe sarebbe malriposta: come Battelle, egli ha tenuto un blog sulla genesi del suo libro a www.thelongtail.com e il termine è ormai diventato di uso corrente.

Le code lunghe non sono un’invenzione di Anderson. Questo concetto è familiare a chiunque abbia fatto un esame di statistica. Esistono infatti distribuzioni statistiche molto comuni i cui grafici evidenziano un modesto numero di eventi che accadono molto spesso e un grande numero di eventi (la coda lunga) che succedono di rado. In complesso, tuttavia, gli eventi rari possono essere più numerosi degli eventi normali.

Battelle è interessato all’applicazione della ricerca a mercati non sfruttati. Nel contesto dell’e-commerce le code lunghe hanno tre implicazioni. In primo luogo, attraverso Internet i prodotti con poca domanda possono, collettivamente, creare un mercato superiore a quello del piccolo gruppo degli articoli assai venduti. In secondo luogo, nello stesso modo in cui favorisce una proliferazione di mercati, Internet dà vita a una proliferazione di venditori. Infine, grazie alla ricerca, diviene possibile un passaggio dai mercati di massa a quelli di nicchia.

Considerando la familiarità degli argomenti trattati da Battelle, l’aspetto più interessante del suo libro è legato alle modalità di stesura. Come è riuscito Battelle a valutare i vantaggi del blog (diffusione, perfezionamento ed espansione dei contenuti del libro) rispetto agli svantaggi strutturali (minore “originalità”, potenziale furto di idee)? L’autore ha risposto: “I vantaggi sono superiori. Credo che le persone compreranno il libro perché altri, i miei lettori del blog, di cui si fidano ne parlano bene, almeno spero“.

Al di là della loro familiarità le argomentazioni di The Search sono importanti e reali. Battelle è uno scrittore chiaro e convincente. Il processo di rinforzo legato al blog che egli (e Anderson) sta usando potrebbe essere un modo efficace per approfondire i concetti e garantirne la diffusione. Ma a giudicare dal libro di Battelle, pubblicizzarlo con successo attraverso un blog implica delle conseguenze inattese: al momento della pubblicazione, i lettori più ricettivi possono trovare le idee espresse nel libro ormai “superate”.

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