Un’immagine vale 1.000 e-mail

La condivisione di foto si va affermando come una delle applicazioni sempre più apprezzate del Web.

di WADE ROUSH

Internet è già satura di milioni di immagini create da utenti che usano la macchina fotografica digitale. Secondo InfoTrends/CAP Ventures, una società di analisti del settore, con sede a Weymouth, in Massachusetts, per la fine dell’anno saranno circa 180 milioni i telefoni cellulari che avranno le macchine fotografiche incorporate. Non desta quindi alcuna sorpresa che una delle applicazioni di Internet in maggior crescita sia la condivisione delle foto on line: la creazione in Web di album di gruppo o individuali nei quali le persone possono caricare istantanee digitali e invitare gli amici a vederle e a fare commenti o a stamparle.

Non è solo un uso della rete in costante ascesa, ma sta anche favorendo la crescita di un considerevole giro d’affari nella vendita di copie di foto e di quote di abbonamento ai siti Web. In confronto ai ricavi globali dell’e-commerce, che lo scorso anno hanno raggiunto i 54 miliardi e 900 milioni di dollari, le entrate dei siti commerciali nordamericani di condivisione delle foto sono ancora limitate, attestandosi sui 124 milioni di dollari nello stesso periodo; ma si prevede che quest’anno raggiungeranno i 206 milioni di dollari, dice Jill Aldort, un autorevole ricercatore di InfoTrends. Diverse aziende, tra cui Microsoft, stanno introducendo tecnologie per far diventare la condivisione di foto il trampolino di lancio di un uso sociale del computer connotato emotivamente che abbracci dalla messaggeria istantanea corredata di foto alle reti e organizzazioni comunitarie.

Le aziende stanno promuovendo le tecnologie che trasformeranno la condivisione di foto in esperienze d’uso sociale del computer con forti tinte emotive.

I siti Web commerciali per la condivisione di foto in cui gli utenti possono creare album fotografici on line e stampe a comando esistono fin dall’inizio del Web; i nomi più familiari ai consumatori di oggi sono Ofoto, Shutterfly, Snapfish e PhotoWorks. Qualche anno fa, gli utenti di Internet hanno creato una nuova alternativa su base comunitaria, il giornale fotografico su Web. Un esempio è Fotolog.net, un popolare DCDCdiario di fotoDDDD che è arrivato a includere 345.000 membri dalla sua fondazione nel 2002. La partecipazione è libera, ma un abbonamento di 5 dollari al mese consente ai membri di caricare più foto al giorno e durante le ore di punta. DCDCOggi le persone portano le macchine fotografiche in tasca o nelle borse e nei borselliniDDDD, dice l’amministratore delegato Adam Seifer. DCDCMentre passeggiano dicono «Guarda quei graffiti sul muro» o «è il cane più strano che abbia mai visto» o «Quella scritta è sbagliata». Che cosa fanno di queste foto? Esistono strumenti come Ofoto e Shutterfly per le ristampe, ma non sono soddisfacenti come un’esperienza interattiva con altri esseri umani. Quando entrano in Fotolog, le persone diventano parte di qualcosa più grande di loro».

Ma il contenuto di Fotolog è statico: gli utenti devono verificarlo periodicamente per vedere i commenti degli altri sulle loro foto. A Ludicorp, con sede a Vancouver, nella British Columbia, i programmatori hanno reso semplice la condivisione di foto durante le conversazioni in tempo reale. Flickr.com, lanciato da Ludicorp all’inizio del 2004, permette agli utenti di caricare le foto in «contenitori» personali, allestire riunioni di gruppo con la messaggeria istantanea, aggiungere commenti personali alle foto e mischiare le immagini ai testi delle loro conversazioni semplicemente trascinando le foto dai loro contenitori alle finestre di messaggeria. Come con Fotolog la partecipazione a Flickr è gratuita, ma l’azienda pensa di introdurre bonus di memoria solo per abbonati.

Un’ulteriore conferma che la condivisione di foto è una tendenza in continua ascesa è l’entrata in scena della più grande azienda di software al mondo. A Microsoft Research, a Redmond, Washington, i ricercatori del gruppo che si occupa dell’uso sociale del computer stanno lavorando a un programma chiamato Wallop che presenta molte caratteristiche simili a Fotolog e Flickr, ma sviluppa ulteriormente l’idea della stretta unione tra conversazione e foto.

Se un utente aggiunge un commento personale a una foto – per esempio, una nota ironica sulla foto di un collega ubriaco a una gita aziendale – una comunicazione relativa al commento viene automaticamente spedita via e-mail alla persona sulla lista degli amici dell’utente o a una rete estesa di contatti. Il programma segue il filo della conversazione e-mail e permette agli utenti di consultare rappresentazioni grafiche delle loro reti di contatti sociali in modo da vedere chi è on line e chi ha aggiunto commenti di recente. L’utente di Wallop potrà anche condividere files musicali e video, sostiene Sean Kelly, uno sviluppatore di software del gruppo Microsoft.

Circa 150 volontari stanno sperimentando il software, tra cui alcuni amanti del parapendio di Puget Sound che usano il servizio per condividere e fare commenti sulle foto dei loro lanci. Se i ricercatori avranno già chiaro come soddisfare contemporaneamente migliaia di utenti, una sperimentazione su grande scala potrebbe essere avviata entro la fine dell’anno. In ogni caso, malgrado tutto il lavoro di programmazione, Wallop «non si può definire esattamente un progetto di una nuova tecnologia», sostiene Kelly. «Riguarda più l’evoluzione dei rapporti tra questi gruppi di amici e la tecnologia di cui avranno bisogno in futuro e come il Web e la multimedialità possono recitare una loro parte in tutto ci».

Non è ancora chiaro quando Wallop, o parti di esso, potranno essere inseriti in prodotti già avviati e consolidati come MSN di Microsoft. Al di là della tabella di marcia, Wallop rappresenta uno dei tentativi commerciali più seri di Microsoft di dire la sua nel campo dell’uso sociale del computer. «Sono dell’idea che qualsiasi tipo di programma per la condivisione di foto introdurranno – particolarmente se fa parte di Windows o MSN – avrà successo», dice Aldort di InfoTrends.

In realtà progetti come Wallop e Flickr sono una risposta alla comparsa di una generazione di persone per le quali il computer rappresenta soprattutto un modo per creare e rafforzare i legami sociali. In Giappone, Stati Uniti e Canada, per esempio, consumatori sempre disposti a rincorrere l’ultima novità tecnologica stanno usando i loro cellulari, portatili, macchine fotografiche digitali, telefoni con fotocamera e Internet senza fili per rimanere in stretto contatto con i loro amici e colleghi. «Si ha la sensazione di avere sempre a portata di mano tutte le relazioni sociali», afferma Mizuko Ito, un antropologo della Southern California che studia l’uso dei cellulari in Giappone. I siti per la condivisione di foto stanno diventando allo stesso tempo archivio e rampa di lancio di tali interazioni. Per gli utenti di Internet – per non menzionare i produttori di apparecchi e software – ciò equivale a una foto ben riuscita.

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