Utilizzare l’anidride carbonica

Un nuovo procedimento semplifica la conversione dell’anidride carbonica di scarto in utili prodotti industriali.

di Lisa Ovi

Ingegneri chimici di University of New South Wales hanno sviluppato una nuova tecnologia che aiuta a convertire le emissioni nocive di anidride carbonica in elementi chimici utilizzabili per realizzare prodotti industriali come combustibili e plastica. La ricerca è stata pubblicata da Advanced Energy Materials.  Questo genere di procedure, il cui obbiettivo è dirottare le emissioni prima che possano essere rilasciate nell’atmosfera, potrebbero farci guadagnare del tempo mentre l’economia si adatta all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili.

I ricercatori, diretti da Rose Amal, professoressa di ingegneria chimica della UNSW hanno dimostrato che producendo ossido di zinco a temperature molto elevate utilizzando una tecnica chiamata pirolisi a spruzzo di fiamma (FSP), è possibile creare nanoparticelle che agiscono come il catalizzatore per trasformare l’anidride carbonica in “syngas”, una miscela di idrogeno e monossido di carbonio utilizzata nella fabbricazione di prodotti industriali. 

Il Syngas si costituisce con idrogeno e monossido di carbonio in rapporti a seconda dei componenti che si desidera produrre, come diesel sintetico, metanolo, alcool o materie plastiche, tutti importanti precursori industriali. In ambito industriale, un elettrolizzatore contenente le particelle di ossido di zinco prodotte con la FSP potrebbe essere utilizzato per convertire l’anidride carbonica di scarto in utili permutazioni di syngas.

Secondo i ricercatori il metodo sarebbe più economico di qualunque altra procedura oggi disponibile. Il metodo permetterebbe di chiudere il ciclo del carbonio nei processi industriali responsabili dell’emissione di gas serra dannosi. Attualmente, infatti, il syngas viene generato utilizzando gas naturale. La nuova ricerca apre le porte alla possibilità di utilizzare l’anidride carbonica di scarto prodotta dal precedente consumo di combustibili fossili.

I ricercatori hanno scelto di utilizzare l’ossido di zinco come catalizzatore per rendere il proprio metodo il più economico esistente. Lo stesso utilizzo del sistema di fiamma FSP ne assicura l’utilizzo rapido ed efficace a livello industriale.

Il metodo è stato testato nella costruzione di un elettrolizzatore. L’idea è adattare il sistema a fonti di emissioni costanti come le centrali elettriche a carbone, a gas o persino miniere di gas naturale. Il prossimo progetto del gruppo sarà testare i loro nanomateriali in un ambiente con gas di scarico per garantire che siano tolleranti alle dure condizioni e alle altre sostanze chimiche presenti nei gas di scarico industriali.

Foto: Pixabay

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