Verso una scienza dell’intelligenza

Si è appena concluso il workshop “Brains, Minds and Machines” organizzato da IIT, MIT e Max Planck per la fondazione di una nuova ” scienza dell’intelligenza”, per progettare macchine intelligenti più simili all’uomo.

di Fonte IIT

Il Workshop “Brains, Minds and Machines”, che si è tenuto a Sestri Levante il 20 e il 21 giugno, porta il dibattito sul futuro dell’intelligenza artificiale al di fuori dei confini statunitensi, coinvolgendo la comunità scientifica europea.

L’artificial intelligence (AI) è stata negli ultimi anni al centro di un intenso dibattito per i possibili pericoli derivanti dalla mancanza di controllo e conseguenti potenziali danni per l’umanità.

Nonostante la necessità di essere pronti alle incognite future, oggi l’AI è distante dagli obiettivi definiti sessanti anni fa, nel 1965, al Dartmouth College in Hanover (New Hampshire), dai padri fondatori dell’AI: rendere ogni aspetto dell’apprendimento e in generale dell’intelligenza umana simulabile da una macchina.

Le attuali macchine intelligenti posseggono capacità che imitano solo alcuni aspetti dell’intelligenza umana, con risvolti operativi impressionanti ma ancora ridotti, quali la classificazione di immagini o il riconoscimento del suono.

L’intelligenza che si vorrebbe replicare è un’”intelligenza generale” (artificial general intelligence), comprensiva di un ampia gamma di capacità.

L’obiettivo dell’incontro è stato di definire il programma di ricerca dei prossimi anni, in modo da sfruttare le conoscenze e l’integrazione delle diverse discipline e realizzare sistemi artificiali intelligenti avanzati, in grado di prendere decisioni in ambienti mutevoli, risolvendo problemi e comprendendo la realtà sulla base di poca esperienza – proprio come gli esseri umani.

Così vede la nascita un nuovo concetto, un approccio che fondi una scienza dell’intelligenza, basata sulla comprensione operativa dell’intelligenza umana e pronta a coglierne le ricadute ingegneristiche.

(SA)

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