Y Combinator supporterà le imprese per la rimozione dell’anidride carbonica

I tempi stringono, ma nuove figure si fanno avanti per assistere la ricerca e sviluppo di soluzioni per la lotta al riscaldamento globale.

di James Temple

Y Combinator, l’acceleratore di imprese allo stadio iniziale, ha invitato le startup impegnate nello sviluppo di soluzioni per la rimozione dei gas serra dall’atmosfera a iscriversi al suo programma di accelerazione.

Il retroscena: Un crescente insieme di ricerche sta giungendo alla conclusione che sarà pressoché impossibile evitare che le temperature globali subiscano un aumento di 2 °C semplicemente abbattendo le emissioni di gas serra, vista la loro già elevata concentrazione nell’atmosfera e il lento ritmo a cui le nazioni stanno convertendosi a fonti energetiche pulite. A questo punto, Nazioni Unite ed altre istituzioni hanno detto sarà necessario adottare molteplici soluzioni per la cattura e il sequestro dell’anidride carbonica.

Il problema, però, è che scienziati e società non hanno ancora escogitato una soluzione sufficientemente economica ed efficace per riuscire a rimuovere anidride carbonica in quantità.

“È tempo di investire avidamente in una nuova ondata di soluzioni tecnologiche che sappiano rispondere a questo problema – incluse le soluzioni che potrebbero rivelarsi rischiose, non dimostrare o persino improbabili”, ha annunciato Y Combinator. “È tempo di provarci in tutti i modi”.

Quattro idee principali: Diverse startup, fra cui Climeworks e Carbon Engineering, hanno raccolto fondi e realizzato impianti per la cattura dell’anidride carbonica direttamente dall’atmosfera. Y Combinator ha però evidenziato quattro approcci ancor più disparati per rimuovere gas serra in cui sarebbe disposto a investire.

Dall’accelerazione del processo naturale che porta alla deposizione dei minerali presenti nell’atmosfera e negli oceani attraverso un metodo elettrochimico, alla creazione di fitoplancton geneticamente modificato per ricorrere alla fotosintesi in modo da catturare e sequestrare anidride carbonica negli oceani, Y Combinator immagina anche soluzioni come l’allagamento artificiale dei deserti per creare oasi che ospitino il fitoplancton per la stessa funzione, o llo sviluppo di enzimi in grado di catturare e sequestrare l’anidride carbonica da utilizzare per creare altri prodotti.

Rischi e ricompense: Considerati i crescenti rischi posti dal cambiamento climatico, e il silenzio dei governi, il supporto della ricerca in campi che potrebbero ridurre i danni causati nel mondo risulta fondamentale.

Eppure, non è ancora detto che queste tecnologie abbiano raggiunto uno stadio di sviluppo tale da giustificare la costituzione di una impresa proficua e in grado di rispondere alle pressioni commerciali per l’implementazione tempestiva soluzioni al problema del riscaldamento globale, specialmente considerata la scarsità di studi capaci di confrontare fra loro i rischi e benefici ambientali posti dalle soluzioni stesse.

La presentazione di strategie audaci e dai risvolti economici ed ambientali incerti – come l’allagamento dei deserti – non può che complicare il dibattito su un tema già tanto drammatico.

Nel 2012, un imprenditore californiano impegnato nei mercati per la compensazione del carbonio aveva scatenato aveva suscitato scalpore scaricando polveri di ferro nell’oceano Pacifico nel tentativo di favorire la crescita del plancton, in contravvenzione con i protocolli scientifici.

Come precisato un anno fa da un articolo di Nature, dal 1990 sono stati condotti 13 studi per esplorare l’utilizzo della fertilizzazione con ferro; nessuno di questi ,però, è giunto alla conclusione che il processo porti effettivamente al sequestro di anidride carbonica. Alcuni scienziati temono addirittura che possa impattare gli ecosistemi dell’oceano favorendo la proliferazione di alghe tossiche.

Un interessamento prematuro: Gernot Wagner, direttore del Solar Geoengineering Research Program di Harvard, ritiene fondamentale il contributo del settore privato, soprattutto per quanto riguarda progetti volti alla cattura diretta dall’aria, le cui tecnologie sono più “prossime al superamento della verticale di sviluppo e all’abbattimento della curva dei costi”.

“È qui che Y Combinator entra in gioco”, ha aggiunto Wagner. “Per altre applicazioni sperimentali, come la coltivazione di fitoplancton geneticamente modificato, dove l’enfasi andrebbe posta sulla ricerca di base, un interessamento commerciale oggi sarebbe prematuro”.

(MO)

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